grandeguerra

Passo San Nicolò 2340m

Il Passo San Nicolò, in trentino, divide la Val Contrin dalla Valle San Nicolò. L’escursione inizia dal parcheggio dell’impianto del Ciampac ad Alba di Canazei (TN), dopo aver lasciato l’auto ci incamminiamo sulla strada sterrata che parte in fondo al piazzale dove

troviamo le indicazioni del sentiero 602.

La strada sale ripida, nel bosco, ma grazie ad un sentiero possiamo tagliare i numerosi tornanti. Raggiungiamo la piccola Baita Locia de Contrin 1736m addossata ad una roccia e dove possiamo godere di un magnifico scorcio sul Sassolungo.

Procediamo in falso piano sulla strada che si inoltra nel bosco della Val Contrin. Usciti dal bosco, oltrepassiamo un cancello in legno ed entriamo in un pascolo dove incontriamo un vecchia fornace per calce restaurata.

Continuiamo sulla carrareccia che si mantiene sulla destra del torrente Ruf de Contrin in un ambiente idilliaco tra prati e mucche. Giungiamo ad un bivio dove continuiamo sul sentiero 602.

Attraversiamo il torrente e proseguiamo in salita fino a Malga Cianci

la oltrepassiamo e continuiamo, sempre in salita tra gli alberi, fino ad arrivare al Rifugio Contrin posto ai piedi della Marmolada.

Al tempo della Prima Guerra Mondiale il rifugio era il centro logistico principale Austriaco.

Nei pressi del Rifugio troviamo le indicazioni del sentiero 608 per il rifugio Passo di San Nicolò. Imbocchiamo questo sentiero, oltrepassiamo Malga Contrin

e scendiamo al torrente che attraversiamo su un ponticello di legno dove possiamo ammirare la Cima d’Ombretta.

Risaliamo il sentiero, superiamo un bosco fuori dal quale possiamo ammirare i monti circostanti

e la Val Contrin.

Continuiamo fino a giungere al Passo San Nicolò e all’omonimo rifugio posto ai piedi del Colle Ombert, magnifico il panorama che spazia dal Catinaccio, al Sella, al Pordoi e alla Marmolada.

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale Funivia Ciampac 1486m – Alba di Canazei (TN)

SENTIERO: 602, 608

DISLIVELLO: 854m

DIFFICOLTA’: E

Pubblicità

Cima Larici 2033m e Cima Manderiolo o Mandriolo 2049m

L’escursione inizia dal Rifugio Malga Larici 1658m che si raggiunge dalla SS 349 (Val d’Assa) che collega Asiago con Trento. Provenendo da Asiago dopo circa 12Km (oppure provenendo da Trento dopo pochi chilometri dall’Osteria Passo del Termine) incontriamo un bivio con le indicazioni per il Rifugio Val Formica e per il Rifugio Cima Larici, continuiamo superando alcuni tornanti fino a incontrare le indicazioni “Rifugio Larici da Alessio” che seguiamo fino a giungere al Rifugio. Parcheggiata l’auto nel piazzale imbocchiamo il sentiero 825 per Bocchetta Larici

e proseguiamo fra pascoli fino

a che raggiungiamo la bocchetta. Qua prendiamo il sentiero 209 in direzione Cima Larici

che in ripida salita, tra i pini mughi, ci porta in vetta a Cima Larici

dove possiamo godere di una magnifica vista sulla Valsugana.

Lasciata la vetta torniamo a Bocchetta Larici e seguiamo il sentiero 209 per Porta Manazzo. Raggiunto questo luogo, che nei secoli fu per gli abitanti dell’Altopiano la porta d’accesso alla Val di Sella e alla Valsugana, proseguiamo sul sentiero 205.

Attraversiamo un bosco e risaliamo una cresta fino a raggiungere Cima Manderiolo o Mandriolo dove è posta una grande croce metallica.

Il panorama è grandioso con vista sulla Valsugana, sui laghi di Levico e di Caldonazzo, sulla catena dei Lagorai con la cima d’Asta e sulle vette dell’Altopiano.

Per il ritorno tagliamo liberamente per prati in direzione della sottostante pozza d’alpeggio dove incontriamo la carrareccia che collega il Passo Vezzena al rifugio Larici, ci dirigiamo poi nella stessa direzione d’andata percorrendo la strada militare che ci riporta sotto Porta Manazzo.

Da porta Manazzo continuiamo sulla mulattira fino al rifugio Val Formica, lo superiamo

e torniamo al Rifugio Malga Larici.

PUNTO DI PARTENZA : Rifugio Malga Larici 1658m

SENTIERO: 209, 205, 825

DISLIVELLO: 391m

DIFFICOLTA’: E

Monte Tonale Orientale 2696m

Il Monte Tonale Orientale è una delle ultime propaggini meridionali del Gruppo Ortles/Cevedale, si eleva nel versante trentino del Passo del Tonale, per cui durante  la grande guerra era sede dei comando austro-ungarico e si opponeva alle truppe italiane che si trovano sul dirimpettaio Monte Tonale Occidentale e sul Gruppo dell’Adamello. L’escursione ha inizio dall’Ospizio San Bartolomeo che si raggiunge dal passo del Tonale dirigendosi verso il parcheggio della seggiovia Val Albiolo e imboccando successivamente la stradina asfaltata che si dirige a destra verso la visibile costruzione del Ospizio. Lasciata l’auto nei pressi dell’ospizio,

DSC00160

ci dirigiamo sul retro di quest’ultimo, dove troviamo e seguiamo la traccia in salita che ci porta in breve ad un incrocio dove sono posti vari segnavia.

DSC00041

Noi imbocchiamo il sentiero 161 che inizia con un lungo traverso tra  pascoli e marmotte.

 

DSC00156

Il sentiero  si sviluppa in parallelo con la seggiovia della Val Albiolo. Nel proseguo incrociamo il sentiero proveniente dalla Malga Albiolo.

DSC00054

Da qui iniziamo a risalire il fianco del monte con alcuni tornanti, abbiamo così la possibilità di ammirare alcune belle vedute sulla Presanella e sull’adiacente Gruppo dell’Adamello.

DSC00067

Lungo il percorso possiamo osservare sul terreno le buche lasciate dalle bombe italiane sparate dal fronte adamellino durante la grande guerra.

DSC00065

Raggiungiamo un altro incrocio che ci indica una deviazione che premette di visitare, per chi lo volesse, alcune trincee austroungariche. Risaliamo sempre il sentiero 161, passiamo accanto ad una grotta,

DSC00074

superiamo un ponticello leggermente esposto, ma protetto con una fune di sicurezza

DSC00077

e giungiamo infine alla Sella della Città Morta

DSC00078

i cui resti vediamo sotto di noi.

DSC00145

Questo era il centro logistico di comando degli imperiali. Iniziamo ora l’ascesa alla cima del monte,

DSC00079

qui il fondo del sentiero cambia e diviene roccioso per cui in caso di pioggia si deve  prestare la dovuta attenzione.  Risaliamo con alcuni brevi tornanti, superiamo i resti di una costruzione e in breve

DSC00132

giungiamo sulla vetta dove troviamo due croci , una metallica e una piccola in legno.

DSC00120

Magnifico il panorama a 360° che comprende  il sottostante Passo del Tonale, la cima dell’Adamello con il suo gruppo, la Cima Presanella con il suo ghiacciaio, il monte Vioz,

DSC00119

il monte Redival, la Torre e la Punta d’Albiolo, il Passo dei Contrabbandieri, la Cima Casaiole e il monte Tonale occidentale.

DSC00111

 

PUNTO DI PARTENZA : Ospizio San Bartolomeo – Passo del Tonale 1971m

SENTIERO: 161

DISLIVELLO: 725m

DIFFICOLTA’: E-EE ( in caso pioggia o ghiaccio)

 

 

 

Cima Cavallazza 2324m

Cima Cavallazza è una montagna che fa parte del Gruppo del Lagorai e si trova a sud-ovest di Passo Rolle. Questa cima fu teatro di sanguinosi combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale, infatti, ancora oggi, possiamo trovare resti di trincee, camminamenti, fortificazioni e gallerie. L’escursione inizia da Malga Rolle a 1910 m che si trova nei pressi del Passo Rolle, raggiungibile sia dal paese di Predazzo in val di Fiemme sia da San Martino di Castrozza in Valle del Primiero. Lasciata l’auto nel parcheggio di Malga Rolle seguiamo le indicazioni per il Rifugio e i laghi Colbricon.

DSC09374

Passiamo accanto ad una seggiovia e ci inoltriamo nel bosco, seguendo sempre le indicazioni per il rifugio. Ci troviamo su un sentiero “adottato” da AKU trekking & outdoor footwear.

DSC09377

Arrivati al rifugio Colbricon

DSC09386

possiamo ammirare i laghi e il Monte Colbricon.

DSC09388

Oltrepassiamo il rifugio e incontriamo il bivio per Cima Cavallazza.

DSC09391

Il sentiero sale ripido tra prati e moreniche.

DSC09399

 

DSC09397

Sotto la cima deviamo per raggiungere la croce, qui

DSC09434

incontriamo delle trincee della Prima Guerra Mondiale, proseguiamo

DSC09404

e giungiamo sulla Cima Cavallazza dove è posta una croce di legno.

DSC09411

Da qui possiamo ammirare il Cavallazza Piccolo, le Pale di San Martino, Latermar e gli altri gruppi Dolomitici.

DSC09421

 

DSC09423

PUNTO DI PARTENZA : Malga Rolle 1900m

SENTIERO: 348

DISLIVELLO: 424m

DIFFICOLTA’: E

Cima Dodici 2336m o Monte Ferozzo

La Cima Dodici o Cima XII oppure, come veniva chiamata nella antica parlata cimbra, monte Ferozzo e’ la vetta più alta dell’Altopiano di Asiago e di tutta la provincia di Vicenza con i suoi 2336 metri di quota. Il nome Cima Dodici invece ha avuto origine nel paese di Borgo Valsugana poiché in alcuni periodi dell’anno, il sole alle ore 12 scompare per alcuni minuti coperto dall’ombra proveniente dalla cima del monte. Questa montagna si eleva nella parte nord dell’Altopiano, sul confine con il Trentino e curiosamente la Cima si trova in parte in territorio Veneto e in parte in Trentino.  L’escursione inizia da Malga Galmarara che si raggiunge da Asiago percorrendo la strada che conduce a Camporovere di Roana, quindi si prosegue lungo la SS349 in direzione di Passo Vezzena dove in corrispondenza di una curva a destra inizia la mulattiera che conduce a Malga Galmarara. Arrivati alla malga parcheggiamo la macchina negli appositi spiazzi e imbocchiamo il  sentiero 830.

DSC09943

DSC09948

Il sentiero inizia tra i mughi e per un paio di km prosegue con continui saliscendi, mentre percorriamo questo settore possiamo ammirare il Corno di Campo Bianco,

DSC09953

quindi raggiungiamo e oltrepassiamo il Bivacco Bivio Italia.

DSC09961

Dal Bivacco scendiamo di pochi metri e giungiamo al Bivio Italia

DSC09962

dove confluiscono vari sentieri. Dal bivio iniziamo a vedere la Cima.

DSC09970

Ora  imbocchiamo il sentiero 835 detto anche “Kaiser Karl Strasse”.

DSC09966

In questo settore incontriamo ciò  che resta di alcune fortificazioni risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

DSC09968

Giungiamo ad una altro bivio dove lasciamo la carrareccia che ci porterebbe al Monte Ortigara e proseguiamo sul sentiero per Cima Dodici. Sul percorso passiamo accanto ad una voragine che sul fondo conserva ancora neve anche durante il periodo estivo.

DSC00036

Proseguiamo tra i pini mughi fino a giungere al  Bivio con Sentiero 208 e continuiamo sempre verso Cima Dodici.

DSC09988

Da qui il sentiero si fa più ripido e dobbiamo procedere con la dovuta attenzione in caso di pioggia o ghiaccio, per la presenza di rocce carsiche,

DSC09989

continuiamo fino a raggiungere la cima dove troviamo una Croce in legno piantata qui dagli abitanti di Asiago in occasione dell’Anno Santo e poco distante

DSC00026

DSC09992

troviamo la Croce in ferro posta l’anno 1969 dalla Sezione Sat di Borgo Valsugana.

DSC00017

Dalla vetta possiamo godere l’ampio panorama sulla Valsugana e sull’Altipiano dei sette comuni.

DSC00001

 

DSC00024

 

PUNTO DI PARTENZA : Malga Galmarara 1614m (VI)

SENTIERO: 830,835

DISLIVELLO: 722m

DIFFICOLTA’: E

Monte Lemerle 1233m

Il monte Lemerle ha avuto una grande importanza storica durante la Grande Guerra, infatti fu teatro di due distinte battaglie. Qui si svolse  infatti una prima importante battaglia che segno la fine della famosa “Strafexpedition” la spedizione punitiva Austroungarica del 1916. Il 6 giugno 1916  la 34 divisione austroungarica assistita da tre brigate di artiglieria  iniziò l’attacco del monte Lemerle  che era l’ultima difesa italiana all’invasione della pianura veneta. Ma i fanti italiani delle Brigate Forlì, Piemonte e Trapani riuscirono a resistere per 10 giorni finché gli imperiali si ritirarono. La seconda battaglia si svolse invece nel giugno del 1918 e questa volta furono le truppe inglesi a contrastare l’ultimo disperato attacco degli imperiali sull’Altipiano. L’escursione inizia dal parcheggio dei cimiteri inglese e italo-austriaco di Val  Magnaboschi che si raggiunge da Cesuna sull’altopiano di Asiago. Nel centro del paese troviamo le indicazioni per i cimiteri militari e imbocchiamo sulla destra, per chi proviene da Vicenza, via Magnaboschi che seguiamo fino al parcheggio vicino alla cappella di Sant’Antonio. Lasciata l’ auto ci dirigiamo brevemente in direzione della cappella

DSC08744

dove, seguendo le indicazioni, imbocchiamo

DSC08745

la mulattiera sulla sinistra. Saliamo circondati dal magnifico bosco nero di Cesuna,

DSC08765

raggiungiamo la Selletta del Lemerle dove troviamo i primi resti di costruzioni militari.

DSC08785

Qui nel 2015 una troupe di History Channel  ritrovò un elmetto e i resti di un soldato italiano che venne chiamato “il soldato del Lemerle” sulle cui vicende venne scritto un libro. Lasciata la selletta seguiamo le indicazioni delle postazioni inglesi

 

DSC08750

e poco oltre troviamo il bunker del comando del “9° South Staffordshire”

DSC08762

DSC08761

e altre costruzioni militari inglesi. Sempre seguendo le indicazioni raggiungiamo la cima del monte dove troviamo due cippi e una grande croce a ricordo dei caduti su questa vetta.

 

DSC08771

DSC08776

Per il ritorno possiamo seguire le indicazioni che ci fanno compiere un percorso circolare e ci riportano alla selletta e poi al parcheggio. Giunti al parcheggio consigliamo di visitare entrambi i cimiteri che si trovano uno di fronte all’altro nella zona che è stata dichiarata “Zona Sacra del Fante” e dove si svolge l’adunata nazionale.

DSC08798

Accanto al cimitero italiano si trova  la colonna proveniente da un antico tempio romano e donata dalla città di Roma.

DSC08802

Questa colonna segna il punto di massima penetrazione raggiunto dagli austro-ungarici durante  la Strafexpedition. Il cimitero inglese è uno dei  5 cimiteri inglesi posti sull’Altopiano che sono sotto la tutela  della Commonwealth War Graves  Commission.

DSC08795

PUNTO DI PARTENZA :  Parcheggio Cimiteri Val Magnaboschi 1087m – Cesuna (VI)

SENTIERO: sentiero monte Lemerle

DISLIVELLO: 146m

DIFFICOLTA’: T

Monte Ortigara 2106m, Monte Lozze 1959m e Cima Caldiera 2124m

Questa escursione  si svolge sull’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza, in una delle zone in cui si è consumata, da giugno del 1916 a novembre del 1917, una delle più grandi tragedie per i nostri soldati durante la Grande Guerra ed infatti questa zona viene  chiamata “il Calvario degli Alpini” poiché qui caddero 20.000 nostri soldati.  Vi sono vari  itinerari per l’Ortigara, ma quello che percorreremo noi sarà un itinerario circolare che ci permetterà di comprendere completamente gli avvenimenti che qui accaddero. L’itinerario ha inizio da Piazzale Lozze 1771m che si raggiunge da Asiago seguendo le indicazioni per Gallio e successivamente per Campomulo fino ad incontrare le indicazioni per la zona sacra del monte Ortigara. Superato il rifugio Campomulo inizia la strada per il monte Ortigara. Questa strada è asfaltata fino al rifugio Campomuletto poi diventa sterrata con carreggiata larga, ma con molte buche, dopo circa 6 km diviene nuovamente asfaltata fino al Piazzale Lozze. Lasciata l’auto nel piazzale procediamo seguendo le indicazioni del sentiero 841

DSC08931

per Cima della Caldiera, entriamo nella zona sacra, il sentiero passa accanto alla chiesetta del monte Lozze e al Sacrario che visiteremo al ritorno,

DSC08937

oltrepassati la chiesetta seguiamo  le indicazioni per “itinerario giallo opere militari”.

DSC08939

Sul percorso passiamo accanto a ruderi di costruzioni, tralasciamo le indicazioni  per Cima della Campanella,  oltrepassiamo caverne, trincee e varie costruzioni militari.

DSC08944

La cima Caldiera è visibile davanti a noi.

DSC08954

Continuando sul sentiero

DSC08962

passiamo in un intaglio roccioso ed entriamo in un panoramico pianoro. Sotto di noi abbiamo Prà della Porta mentre di fronte a noi possiamo ammirare: la Valsugana oltre cui vediamo la catena dei Lagorai con Cima Asta, le Pale di San Martino e in lontananza la Marmolada, mentre a destra si osservano  le Alpi Feltrine  e il Grappa.

DSC08965

Attraversiamo questo pianoro passando accanto a postazioni di artiglieria ricavate nel fianco di Cima della Caldiera

DSC08967

e risaliamo, su una strada militare, il versante est. All’altezza di un tornante troviamo le indicazioni per l’osservatorio “Torino”

DSC08977

costruito nella roccia nel 1917 e che è interessante visitare per la spettacolare vista sulla sottostante Valsugana

DSC08981

e sull’Ortigara.  Usciti dall’osservatorio continuiamo in salita e raggiungiamo  l’ osservatorio esterno chiamato “Elsa G”  con impressionante vista sulla Valsugana.

DSC08987

Superiamo altre postazioni  e raggiungiamo Cima della Caldiera con la sua grande Croce.
DSC09024

Dalla vetta possiamo abbracciare l’intero campo di battaglia che spazia da Cima della Campanella al Monte Lozze, al Pozzo della Scala, al Monte Campanaro e al Monte Ortigara.

DSC09026

Seguiamo ora i segnali e scendiamo verso il Pozzo della Scala, superiamo, con la dovuta attenzione,  un caratteristico “campo solcato”, cioè un fenomeno carsico superficiale su roccia nuda e incontriamo altri ruderi di costruzioni. In questa piccola valle si ammassavano i reparti italiani prima di assaltare i reticolati austriaci,

DSC09032

i soldati oltrepassando il Monte Campanaro, sfociavano nel Vallone del Agnellizza  e partivano all’attacco delle formidabili difese dell’ Ortigara. Noi, seguendo la linea di assalto italiana, passiamo sotto il monte Campanaro  e scendiamo ripidamente nel Vallone dell’Agnellizza, detto anche Vallone della Morte, poiché durante la battaglia era colmo di morti.

DSC09033

Raggiungiamo le pendici dell’Ortigara dove giunge anche un sentiero che proviene dal Baito omonimo. Iniziamo a risalire il monte, incontriamo una piccola sorgente chiamata “Pozzetto dei feriti” perché durante l’assalto era utilizzato per dissetare i feriti.

DSC09036

Lungo la salita oltrepassiamo una  postazione austriaca in caverna per 5 mitragliatrici, incontriamo alcuni scalini e  un corrimano che ci conduce in  una breve galleria a  gomito chiamata Galleria Biancardi dedicata al comandante della Brigata Regina che qui posizionò i suoi soldati prima dell’assalto.

DSC09042

Usciamo sul sentiero che ora si  innalza ripido su gradini, ma protetto da corrimano metallico. Raggiungiamo infine il carsico crinale dell’Ortigara e  incontriamo,

DSC09046

subito il Cippo eretto nel 1961 in memoria dei reparti austro-ungarici che difesero la montagna.

DSC09052

Proseguiamo in un paesaggio lunare costellato di buche e doline.

DSC09056

Risaliamo crinale in moderata salita, lasciando sulla destra la Dolina grande e raggiungiamo la vetta dove troviamo la colonna mozza qui eretta nel 1920 dall’Associazione nazionale Alpini.

DSC09074

Il panorama è spettacolare e comprende  gran parte dell’Altipiano dei sette comuni con  le sue Cime più alte Cima Dodici e Cima Portule. Per la discesa imbocchiamo il sentiero 840 detto anche sentiero tricolore,

DSC09081

sulla destra si apre la Dolina del Circo “Zirkus Doline”, dove vi erano le trincee e i comandi austriaci. Scendiamo lungo il Coston dei Ponari  e raggiungiamo il Baito Ortigara a quota 1973 m.

DSC09087

DSC09086

Continuiamo ora in falso piano nella “Pozza dell’Ortigara”  fino a raggiungere il Monte Lozze  1959 m con ampia vista sul campo di battaglia e dove troviamo, eretta su una colonna, la statua della Madonna degli Alpini

DSC09089

Scendendo incontriamo prima  il Rifugio dedicato al tenente Giovanni Cecchin, medaglia d’oro al valore militare e successivamente la Chiesetta del Lozze,

DSC09098

costruita dagli alpini del battaglione Verona dopo la battaglia del giugno del 1917. Nelle vicinanze della chiesetta sorge il piccolo Ossario contenente i resti dei caduti che ancor ‘oggi si possono trovare sul percorso. Da qui proseguiamo e raggiungiamo in breve il Piazzale Lozze.

 

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale Lozze 1771m

SENTIERO:841 e 840

DISLIVELLO: 353m

DIFFICOLTA’: E-EE (dove ci sono i corrimano)

 

Monte Cengio 1354m

Il Monte Cengio, zona sacra alla Patria, è uno dei luoghi più spettacolari e allo stesso tempo tragici della Prima Guerra mondiale. Si trova sull’Altopiano dei sette Comuni di Asiago ed è un magnifico balcone sulla Valdastico. Proprio grazie alla sua posizione panoramica divenne un punto strategico durante la Grande Guerra. Sul Monte Cengio si batterono coraggiosamente i Granatieri di Sardegna contro gli Austro Ungarici che, durante la Strafexpedition del 1916, tentavano di calare nella Valdastico e raggiungere la pianura vicentina. Gli imperiali infine conquistarono il monte, ma la tenace resistenza delle truppe italiane bloccò la loro avanzata. Le perdite di questa battaglia furono enormi, circa 20.000 uomini tra imperiali e Italiani. L’Escursione ha inizio dal Piazzale Principe di Piemonte che si raggiunge dall’autostrada della Valdastico proseguendo in direzione Asiago, si superano i tornanti della salita del Costo e quando la strada diviene falsopiano, superato sulla destra un ex cimitero di guerra, troveremo le indicazioni per il monte Cengio e imboccheremo a sinistra una strada che ci condurrà, dopo alcuni chilometri, al Piazzale Principe di Piemonte dove lasceremo l’auto. Qui troviamo la  chiesetta dedicata ai donatori dell’ Avis e un monumento ai caduti.

DSC08625

A lato del piazzale troviamo dei pannelli con la descrizione della zona, accanto  imbocchiamo la stradina sterrata. Incontriamo inizialmente una galleria con postazioni di artiglieria, poi un’altra galleria con osservatorio e continuiamo fino ad raggiungere  delle trincee restaurate.

DSC08636

Scendiamo alcuni scalini a fianco delle trincee e giungiamo davanti a una galleria, prima dell’ entrata troviamo un pannello che descrive quanto accaduto in questo punto. Entriamo nella galleria,

DSC08641

che è anche la  più lunga, dove è consigliata una torcia elettrica anche se in alcuni punti vi è la luce artificiale. All’interno di questa galleria vi è un punto di vedetta con panorama sulla Valdastico.

DSC08643

Usciti all’aperto, il sentiero si fa strapiombante sulla valle, comunque la mulattiera è abbastanza larga e sempre protetta da corrimano in filo d’acciaio.

DSC08649

DSC08657

Continuiamo fino a giungere al Piazzale dei Granatieri dove è possibile continuare per le gallerie fino alla Cima del Cengio oppure proseguire verso il Rifugio al Granatiere.

DSC08670

Noi proseguiamo verso la galleria, di cui possiamo vedere l’ ingresso.

DSC08668

Attraversando questa galleria notiamo scolpito nella roccia  il simbolo dei granatieri.

DSC08675

DSC08676

Proseguiamo in saliscendi fino a giungere ad una strettoia naturale tra due colonne di roccia

DSC08690

e giungiamo alla Galleria Comando che si sviluppa in forma elicoidale verso la cima del monte. Usciti da quest’ultima galleria ci troviamo nel piazzale Pennella, da qui seguiamo il percorso che ci porta sulla cima del Cengio dove è posta la grande croce con vicino un altare.

DSC08728

Il panorama è splendido e la vista spazia a360°.

DSC08717

Scendiamo dalla cima e seguiamo le indicazioni per il Rifugio al Granatiere, proseguiamo fino alla Chiesetta votiva dei granatieri di Sardegna al cui interno si trova la Pala della Madonna del Granatiere.

DSC08739

All’esterno è posizionato  il monumento al granatiere costruito con pezzi di granate esplose.

DSC08734

Da qui scendiamo al Rifugio al Granatiere e seguendo la strada asfaltata raggiungiamo nuovamente il piazzale Principe di Piemonte.

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale Principe di Piemonte (VI) 1286m

SENTIERO: 651 La Granatiera

DISLIVELLO: 68m

DIFFICOLTA’: E