Giro ad anello Colfosco, Rifugio Puez, Rifugio Jimmy, Colfosco

Escursione ad anello che inizia dal paese di Colfosco in Alta Val Badia. Lasciamo l’auto nel parcheggio a monte della chiesa di Colfosco e imbocchiamo il sentiero numero 4 con le indicazioni per il Rifugio Edelweiss, oltrepassiamo alcune abitazioni tipiche e arriviamo alla cabinovia Col Pradat che superiamo, continuando a mantenerci sul sentiero fino a raggiungere il Rifugio Edelweiss.

Lasciamo il Rifugio e risaliamo, passiamo oltre l’incrocio con il sentiero proveniente da Col Pradat e continuiamo sul sentiero che si fa più stretto, alla nostra sinistra scorgiamo il Ciampac mentre a destra vediamo le pareti rocciose del Sassongher. Transitiamo accanto ad un’antica cappella,

raggiungiamo e costeggiamo il Lago Ciampei, ora prosciugato e risaliamo il sentiero con alcune serpentine fino alla Forcella Ciampei 2366m, dove incrociamo, a sinistra, l’Alta Via delle Dolomiti n. 2 che sale dal Passo Gardena e che percorreremo al ritorno. Noi svoltiamo a destra per attraversare una gola tramite la quale si giunge all’altopiano del Puez. 

Continuiamo sul sentiero passando a fianco dei dirupi che scendono verso la Vallunga, superiamo una piccola altura e raggiungiamo il Rifugio Puez 2475m. Il Rifugio Puez fu costruito dalla sezione ladina del DuÖAV  nel 1889, dopo la Prima Guerra Mondiale, in un secondo tempo passò di proprietà alla Sezione CAI di Bolzano. L’8 agosto 1982 fu inaugurato il nuovo rifugio Puez, costruito dalla Sezione poco distante da quello originario, ancor oggi esistente.

Lasciamo il rifugio e percorriamo a ritroso il sentiero fino alla forcella Ciampei, dove proseguiamo sull’Alta Via delle Dolomiti n. 2 in direzione del Passo Gardena. Ci inoltriamo nello spoglio altipiano della Crespeina,

passiamo a fianco del laghetto Crespeina,

per poi risalire fino a raggiungere la Forcella Crespeina 2528m dove troviamo un crocifisso di legno.

Ora continuiamo seguendo le indicazioni per la Forcella Cir,

percorriamo il sentiero che, inizialmente, scende nella valle

per poi risalire alla Forcella Cir, a quota 2460m.

Qui possiamo godere del magnifico panorama che ci si presenta con vista sul gruppo del Boè e le cime dolomitiche circostanti. Scendiamo inoltrandoci in una conca irta di pinnacoli rocciosi, proseguiamo in discesa, fra macchie di pino mugo, fino a raggiungere il Rifugio Jimmy. Da qui imbocchiamo il sentiero 8A

e poi il sentiero 8 fino al Rifugio Ütia Forcelles, dove scendiamo fino al bivio con il sentiero 4 che percorreremo per tornare a Colfosco.

PUNTO DI PARTENZA : Colfosco (BZ) 1645 m

SENTIERO: 4, 2, 8A, 8

DISLIVELLO: 883 m

DIFFICOLTA’: E

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Rifugio Nuvolau 2575m e Rifugio Averau 2415m

Il rifugio Nuvolau è il rifugio più antico delle Dolomiti, venne costruito nel 1883 sulla cima del monte Nuvolau. L’escursione inizia dal parcheggio del Passo Falzarego 2105m

da qui ci dirigiamo verso il segnavia del sentiero 441 che imbocchiamo.

Superiamo gli impianti di risalita del Col Gallina, passiamo su un ponte di legno e successivamente risaliamo un tratto roccioso fino a giungere ad un pianoro dove incontriamo il bivio del sentiero per la Croda Negra. Noi ci dirigiamo a sinistra e risaliamo un canale roccioso, da percorrere con la dovuta attenzione, specialmente in caso di pioggia o ghiaccio. Superato questo tratto, in breve raggiungiamo la Forcella Averau.

Continuiamo costeggiando la parete sud dell’ Averau

fino a giungere all’omonimo Rifugio 2415m.

Da qui possiamo vedere il Nuvolau con il suo rifugio posto sulla cima. Lasciamo il rifugio Averau e imbocchiamo il sentiero 439, superiamo alcune placche rocciose e risaliamo, con attenzione, il pendio del Nuvolau, mantenendoci a debita distanza dagli strapiombi che costeggiano il sentiero,

fino a raggiungere il Rifugio Nuvolau a 2575m.

Magnifico il panorama dolomitico che ci si presenta e che comprende la Croda da Lago, il Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo, il Sorapiss, l’Antelao, le Tofane, il Fanis, la Civetta, il Pelmo e la Marmolada.

Lasciamo il Rifugio e ripercorriamo lo stesso sentiero fino al Rifugio Averau, da qui prendiamo il sentiero 439 che si dirige verso il Rifugio Scoiattoli alle Cinque Torri,

proseguiamo fino ad incrociare il sentiero 440 che imbocchiamo. Scendiamo nel bosco fino a raggiungere

il Pian dei Menìs, nelle cui vicinanze passa la strada del Passo Falzarego. Risaliamo fino al Rifugio Col Gallina 2060m

da dove continuiamo fino al Passo Falzarego.

PUNTO DI PARTENZA : Passo Falzarego 2105m

SENTIERO: 441, 439, 440

DISLIVELLO: 470m

DIFFICOLTA’: E- EE


Rifugio Albani 1939m

Il Rifugio Albani si trova sotto la parete Nord della Presolana. L’escursione inizia dalla frazione Carbonera di Colere 1043 m, che si può raggiungere dalla Val Camonica passando per Boario Terme dove seguiamo le indicazione per Angolo Terme e successivamente per la Val di Scalve, attraverso la caratteristica via Mala, fino a Dezzo di Scalve dove troviamo le indicazioni per Colere e poi per Carbonera dove parcheggeremo nei pressi degli impianti di sci. Si può raggiungere Colere anche dalla Val Seriana passando per il Passo della Presolana. Lasciata l’auto troviamo le indicazioni del sentiero 403 per il Rifugio Albani, il sentiero inizia sul lato opposto della strada, all’inizio di Via Polzone.

Prendiamo la strada asfaltata che inizia con forte pendenza, proseguiamo seguendo i cartelli indicatori gialli fino a che incontriamo, in un prato, la segnaletica per il rifugio Albani, continuiamo brevemente sulla la strada cementata fino ad una baita dove troviamo un cartello con le indicazioni per il rifugio Albani ed il sentiero 403. Imbocchiamo questo sentiero, oltrepassiamo un ponticello di legno e iniziamo a salire con una sensibile pendenza. Proseguiamo risalendo le piste da sci di Colere, per poi spostarci a sinistra dove ritroviamo le indicazioni del sentiero 403 che si inoltra nel bosco. Uscendo dal bosco attraversiamo un rado prato ed entriamo nella zona degli sfasciumi rocciosi della Presolana.

Proseguiamo in salita, sempre seguendo i segnavia che indicano il Rifugio.

Risaliamo un canalone detritico e in alto iniziamo a vedere il rifugio.

Superiamo un traliccio di una vecchia teleferica e saliamo a zig zag fino
alla Baita Alta di Polzone,

dove incrociamo il sentiero 401 e dove possiamo ammirare le pareti nord della Presolana.

Continuiamo e superiamo le baracche dei minatori che lavoravano nelle gallerie scavate nella roccia per estrarre la fluorite. Troviamo anche un trenino con tre vagoni carichi di materiale

e la Capanna Trieste che nel 1924 venne donata al Cai di Bergamo che la utilizzò come rifugio e la dedicò a Luigi Albani, primo scalatore della parete nord della Presolana, fino a che nel 1965 venne edificato l’attuale rifugio. Proseguiamo brevemente e raggiungiamo il Rifugio Albani. Sopra al rifugio sono posti un altare con una croce. Il panorama è magnifico ed abbraccia tutta la parte nord della Presolana, il monte Ferrantino, il Ferrante e gli altri monti che circondano la valle di Colere.

PUNTO DI PARTENZA : Colere (BG) Località Carbonera 1043 m

SENTIERO: 403

DISLIVELLO: 896 m

DIFFICOLTA’: E

Rifugio Kostner 2500m

Il Rifugio Kostner al Vallon si trova alle pendici del massiccio del Sella più precisamente ai piedi della parete del Piz da Lech. Franz Kostner, leggendario scalatore ed operatore turistico della Val Badia, ne intraprese la costruzione nel 1913, ma rimase incompiuta a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Negli anni ’80 Erich Kostner, figlio di Franz, completò la costruzione in memoria del padre, a cui dedicò il rifugio. L’escursione inizia dal parcheggio dell’Ovovia Boè a Corvara, dove prendiamo il sentiero 639, una mulattiera, che attraversa boschi e pascoli

fino a giungere al rifugio Ütia Crëp de Munt.

Dalla terrazza del rifugio possiamo godere una vista incantevole verso le cime dolomitiche dove distinguiamo la Marmolada con il suo ghiacciaio, la Civetta, il Col di Lana e il Settsass.

Lasciamo il rifugio e proseguiamo fino alla stazione a monte della cabinovia Boè dove imbocchiamo il sentiero 638 che costeggia brevemente la seggiovia del Vallon

e poi si dirige verso lago Boè, un laghetto alpino a forma circolare.

Dal lago continuiamo sul sentiero 638 che si dirige verso sinistra, sempre in salita, percorriamo una dorsale rocciosa fino a giungere alla località Vallon, da qui proseguiamo passando sotto alle pareti del Piz da Lech, del Sas dles Diesc e del Sas dles Nu.

e in breve raggiungiamo il rifugio Kostner.

PUNTO DI PARTENZA : Corvara (BZ) 1541m

SENTIERO: 639, 638

DISLIVELLO: 959m

DIFFICOLTA’: E

Monte Resciesa di Fuori 2281m

Il monte Resciesa di Fuori è una montagna che si trova sopra l’abitato di Ortisei, sulla sua cima è posta una grande croce di legno con un Cristo che è stato realizzato, con 6 mesi di duro lavoro, dal fondatore della ditta BEJO S.N.C. Bernardi Josef con legno di cirmolo montano. Il Cristo ha un altezza di oltre 3 metri mentre la croce è alta 7 metri. L’escursione inizia direttamente alla stazione a monte della funicolare che si trova nei pressi lo Chalet Ristorante Resciesa. Lasciata la funicolare seguiamo il sentiero con il segnavia 35 che su strada sterrata

ci porta fino al rifugio Resciesa – Raschötz, dove incontriamo alcuni cavalli al pascolo.

Da qui seguiamo il sentiero 10 che passa dietro il rifugio e risale i prati fino

ad arrivare alla croce del Monte Resciesa di Fuori.

Il panorama che si gode dalla cima è magnifico e spazia dalle Dolomiti alle valli d’Isarco, Funes e Gardena, ai monti della Val Venosta, alle Odle, al gruppo Stevia, allo Scilar ed al Sassolungo. Dalla vetta scendiamo brevemente dal sentiero 31 per proseguire

fino alla cappella della Santa Croce.

Per il ritorno proseguiamo sulla mulattiera che ci riporta al Rifugio e infine alla funicolare.

PUNTO DI PARTENZA : Ortisei (BZ) stazione a monte funicolare Resciesa 2.163 m

SENTIERO: 35 – 10 – 31

DISLIVELLO: 118m

DIFFICOLTA’: E

Rifugio De Marie al Volano 1480m

Il Rifugio De Marie al Volano è un vecchio rifugio fondato negli anni ’30 si trova nella splendida conca del Volano, di fronte alle cime del gruppo del Tredenus che chiudono la testata della valle. Sulla destra invece possiamo ammirare la piramide del Pizzo Badile Camuno. L’escursione inizia dal paese di Cimbergo, che raggiungiamo da Brescia seguendo sulla SS 42 del Tonale che lasciamo a Capo di Ponte (sito archeologico Unesco). Lasciata la statale ci dirigiamo a destra in direzione Cimbergo. Giunti a Cimbergo proseguiamo fino alla parte alta del paese in Via Don Battista Polonioli e parcheggiamo nei pressi delle indicazioni”Volano”. Lasciata l’auto proseguiamo su strada asfaltata, attraversiamo dei un gruppi di case e continuiamo sulla mulattiera sempre seguendo le indicazioni per il Rifugio. Raggiungiamo la località Valina 1075m dove troviamo una fontana.

Proseguiamo sempre in salita e passiamo accanto ad una Santella.

Giunti ad un bivio dove sulla destra c’è una altra santella con una statua della madonna troviamo un cartello che indica sulla destra il Rifugio De Marie e il Volano mentre a sinistra si stacca una stradina che porta al torrente Re. Noi continuiamo seguendo le indicazioni, sulla mulattiera che diviene sempre più ripida fino a giungere alla località al Volano dove si trovano alcune baite, da qui proseguiamo e in breve

raggiungiamo il Rifugio De Marie.

Il panorama che si apre è spettacolare sul gruppo del Tredenus e sul Pizzo Badile Camuno.

PUNTO DI PARTENZA : Cimbergo (BS) 850m

SENTIERO: 16

DISLIVELLO: 630m

DIFFICOLTA’: E

Col Plo Alt 2331m

Il Col Plo Alt è una montagna che fa parte del gruppo Puez-Odle. L’escursione inizia dal paese di La Villa in val Badia, dove prendiamo la Seggiovia Gardenaccia che ci porta a 1780 m, da qui seguiamo il sentiero numero 5

che sale ripido e serpeggiante attraverso il bosco.

Raggiungiamo il Rifugio Gardenacia dove possiamo godere di una meravigliosa vista sul ghiacciaio della Marmolada e sulle cime del Sassongher e del Para dai Giai.

Dal Rifugio seguiamo il segnavia 1A con le indicazioni per il Col Plo Alt.

Il sentiero si dirige a nord, continuiamo a camminare in leggera salita attraverso prati dove fioriscono piante aromatiche e stelle alpine.

Proseguendo possiamo osservare sulla sinistra massicce formazioni rocciose, mentre sulla destra vediamo la valle.

Raggiungiamo il bivio con il sentiero che porta al rifugio Puez, noi continuiamo sempre sul sentiero 1A.

Superati i cartelli dobbiamo prestare un poco di attenzione perché il sentiero, per un breve tratto, diventa stretto ed esposto.

Superato questo breve settore possiamo già vedere la croce della cima.

Continuiamo in salita seguendo il sentiero e raggiungiamo la croce di vetta. Dalla cima si gode di una meravigliosa vista sul Gruppo di Fanes, con le vette del Sasso di Santa Croce, Lavarella, Conturines, Fanes, Croda del Becco, Lagazuoi, Settsass, e anche verso nord sulla principale catena alpina e in direzione nord-ovest verso il Sass de Putia. Per il ritorno ripercorriamo la via dell’andata.

PUNTO DI PARTENZA : La Villa (BZ), stazione a monte seggiovia Gardenaccia 1780m

SENTIERO: 5 – 1A

DISLIVELLO: 551m

DIFFICOLTA’: E – EE

Laghetti di Pietra Rossa 2585m

I laghetti di Pietrarossa si trovano in alta Val Canè, una valle laterale della Valcamonica, in una conca a sud del Passo di Val Canè. Per raggiungere la valle risaliamo la statale 42 della Val Camonica, superiamo Edolo e ci dirigiamo verso Ponte di Legno. Dopo Vezza d’Oglio, a Stadolina, prendiamo a sinistra la provinciale 80 con la quale arriviamo a Vione.
Da qui, seguendo le indicazioni, giriamo ancora a sinistra e saliamo alla frazione di Canè. Giunti a Canè, attraversiamo l’abitato percorrendo la via principale fino ad incontrare un ponte sul torrente, lo superiamo ed entriamo in un vasto parcheggio sterrato dove lasciamo l’auto.
In fondo al parcheggio troviamo una bacheca con una grande cartina della zona e dei cartelli segnaletici.

Noi seguiamo il sentiero 165 su cui sono riportate le indicazioni per il nostro obbiettivo. Proseguiamo in leggera salita su di una strada con il fondo in cemento e pietre e incontriamo la Baita Stodegarda dove troviamo un cartello con una curiosa scritta “Le vere meraviglie non costano una lira. Camminare rende lieti. Sotterrate i pensieri … e i barattoli vuoti.” Continuiamo, in falso piano, sulla mulattiera, attraverso prati,

larici e baite, fino a raggiungere Cortebona 1766m dove troviamo un parcheggio, un area pic-nic e la Baita con il centro informazioni. Proseguiamo e poco dopo incontriamo una fornace da calce (calchèra) con un cartello che ne illustra le caratteristiche, appena più alto c’è una fontana. Riprendiamo a salire tra gli alberi, superiamo un’altra calchera, incontriamo un cartello con le indicazioni per il Bivacco Valzetoren e un ponte di legno che ci permette di superare il torrente. Continuiamo tra prati, rododendri e larici fino a raggiungere il Plazzo della Casera, una vasta prateria. Da qui, mentre si inizia vedere il bivacco, proseguiamo fino ad incontrare un ponte di legno, che attraversiamo, poco più avanti incontriamo le indicazioni per il bivacco. Ora il sentiero diviene più stretto, più ripido e serpeggiante, passiamo fra rocce e rododendri, superiamo un ruscelletto e

torniamo a vedere il bivacco.

che raggiungiamo poco dopo. Il Bivacco Valzeroten 2208m è una costruzione di pietra posta in una magnifica posizione, domina la valle con una spettacolare vista sul gruppo dell’Adamello. Qui non è raro incontrare degli stambecchi.

Superiamo il bivacco e percorriamo il sentiero che sale serpeggiante tra erba e pietre.

Raggiungiamo e superiamo un torrente che forma la cascata, ora il sentiero diviene più ripido, continuando sul percorso superiamo un canalino aiutandoci con gradini di pietra. Percorriamo alcuni stretti tornanti, sempre in salita e continuiamo tra spuntoni di roccia e erba.

Incontriamo e risaliamo un altro ripido canalino, poi proseguiamo con minore pendenza e dopo aver percorso altri tornanti arriviamo ad un pianoro con una bellissima vista sulla valle.

Continuiamo sul sentiero e in leggere discesa raggiungiamo la conca dove si trovano i laghetti.

PUNTO DI PARTENZA : Canè (BS) 1476m

SENTIERO: 165

DISLIVELLO: 1109 m

DIFFICOLTA’: E

Cascate del Pisciadu’ 1784m

Le Cascate del Pisciadù sono una bella e facile escursione nel Gruppo del Sella. L’escursione ha inizio dal parcheggio del Hotel Lujanta di Colfosco (BZ), situato all’ingresso del paese per chi proviene dalla Val Gardena. Lasciata l’auto seguiamo le indicazioni per le cascate del Pisciadù.

Imbocchiamo una larga sterrata pianeggiante che si dirige, tra prati e larici,

verso le strapiombanti pareti delle cime del Gruppo Sella.

Oltrepassiamo il bivio per la Val Mezdì, da dove si scorgono la Torre Col Fosco e la Torre Brunico. Proseguiamo all’interno di uno scenario spettacolare avvicinandosi sempre di più alle pareti dove iniziamo ad intravedere le cascate.

Superiamo una staccionata ed entriamo in una area Pic-nic, da qui imbocchiamo un sentierino che in breve ci porta in prossimità delle cascate che possiamo ammirare da un ponticello in legno.

PUNTO DI PARTENZA : Colfosco (BZ) 1645 m

SENTIERO: sentiero cascate

DISLIVELLO: 139 m

DIFFICOLTA’: T

Bivacco Capanna Tita Secchi

Il Bivacco Capanna Tita Secchi è situato al Passo Portole, tra la Cima Caldoline a est e il Corno Barzò a ovest, al centro delle Piccole Dolomiti Bresciane. E’ dedicato alla memoria del partigiano bresciano Tita Secchi ucciso all’età di 29 anni e dei suoi compagni d’armi della Brigata Perlasca e Margheriti. L’escursione inizia dal parcheggio del Passo Maniva (Bs) che si raggiunge percorrendo la strada provinciale 345 della Val Trompia superando gli abitati di Collio e San Colombano da dove iniziano i tornanti che ci portano al Passo Maniva. Dal parcheggio ci dirigiamo verso la chiesetta e prendiamo la strada provinciale, che passando sul fianco del Dosso Alto, conduce poi al Baremone e quindi al lago d’Idro. La strada era stata costruita dal Genio Militare nei primi del ‘900 e per cui prende anche il nome di strada dei soldati. Percorriamo questa strada, oltrepassiamo una galleria paramassi fino a che raggiungiamo il Passo Dosso Alto. Già dal passo si può vedere in lontananza il Bivacco che si trova tra il Corno Barzò e la Cima Caldoline.

Gli abitanti della Valle Trompia, si tramandano una leggenda secondo cui il cui profilo di questa cima ricorda il viso di una bellissima fanciulla, la principessa Manuela, tenuta prigioniera nel monte da un antico sortilegio che solo l’amore di un montanaro avrebbe potuto rompere, ma la cima era troppo alta e nessuno mai aveva osato scalarla. Un bel giorno la principessa si innamorò, ricambiata, di un giovane montanaro di San Colombano che volle liberarla dalle catene del maleficio. Il montanaro un giorno, attesa l’alba, iniziò a scalare la vetta, facendo attenzione a non far rumore, per non destare il terribile Maniva, ma quando fu a pochi passi dalla sua amata, la montagna lo sentì e si svegliò irritata. Si scosse e fece cadere sotto il peso di enormi massi il povero ragazzo, che precipitò nell’abisso. Le lacrime della principessa sgorgarono copiose, irrigando i rododendri, i mughi, i fiori e le erbe che crescono rigogliose sulla cima. Da allora le rocce non sono rimaste fredde, ma sono calduline, cioè tiepide, come dicono in dialetto gli scalatori che hanno la fortuna di spingersi fin sulla vetta: calduline come le gote della bella e sfortunata principessa Manuela, che ancora rimane prigioniera lassù. Per questo fatto, dice la leggenda, questo luogo viene chiamato Cima “Caldoline”. Dal passo del Dosso Alto seguiamo le indicazioni per Capanna Tita Secchi

il sentiero si sviluppa tra pini mughi e prati fino a che giungiamo al Passo Portole.

Proseguiamo in salita, su pietrisco verso un altare dedicato al prof. Luigi Zampedri – primo reggente CAI di Collio e presidente dell’Opera bresciana chiesette alpine, fondata nel 1935 da Mons. Giuseppe Bonomini e dall’avv. Giovanni Brunelli. E’ inoltre dedicata ai caduti della montagna, in pace ed in guerra, ed in particolare è dedicato ai caduti delle Brigate Fiamme Verdi Perlasca e Mergheriti, che operavano in questa zona sul finire della seconda guerra mondiale.

Ogni anno su questo altare si celebra per tutti loro una Santa Messa. Proseguiamo e in breve raggiungiamo il Bivacco Capanna Tita Secchi.

Il panorama si apre sul Dosso Alto e la Corna Blacca.

PUNTO DI PARTENZA : Passo Maniva 1664m (BS)

SENTIERO: 3V- 3V variante bassa

DISLIVELLO: 71m

DIFFICOLTA’: E