Escursioni Vicentine

Cima Larici 2033m e Cima Manderiolo o Mandriolo 2049m

L’escursione inizia dal Rifugio Malga Larici 1658m che si raggiunge dalla SS 349 (Val d’Assa) che collega Asiago con Trento. Provenendo da Asiago dopo circa 12Km (oppure provenendo da Trento dopo pochi chilometri dall’Osteria Passo del Termine) incontriamo un bivio con le indicazioni per il Rifugio Val Formica e per il Rifugio Cima Larici, continuiamo superando alcuni tornanti fino a incontrare le indicazioni “Rifugio Larici da Alessio” che seguiamo fino a giungere al Rifugio. Parcheggiata l’auto nel piazzale imbocchiamo il sentiero 825 per Bocchetta Larici

e proseguiamo fra pascoli fino

a che raggiungiamo la bocchetta. Qua prendiamo il sentiero 209 in direzione Cima Larici

che in ripida salita, tra i pini mughi, ci porta in vetta a Cima Larici

dove possiamo godere di una magnifica vista sulla Valsugana.

Lasciata la vetta torniamo a Bocchetta Larici e seguiamo il sentiero 209 per Porta Manazzo. Raggiunto questo luogo, che nei secoli fu per gli abitanti dell’Altopiano la porta d’accesso alla Val di Sella e alla Valsugana, proseguiamo sul sentiero 205.

Attraversiamo un bosco e risaliamo una cresta fino a raggiungere Cima Manderiolo o Mandriolo dove è posta una grande croce metallica.

Il panorama è grandioso con vista sulla Valsugana, sui laghi di Levico e di Caldonazzo, sulla catena dei Lagorai con la cima d’Asta e sulle vette dell’Altopiano.

Per il ritorno tagliamo liberamente per prati in direzione della sottostante pozza d’alpeggio dove incontriamo la carrareccia che collega il Passo Vezzena al rifugio Larici, ci dirigiamo poi nella stessa direzione d’andata percorrendo la strada militare che ci riporta sotto Porta Manazzo.

Da porta Manazzo continuiamo sulla mulattira fino al rifugio Val Formica, lo superiamo

e torniamo al Rifugio Malga Larici.

PUNTO DI PARTENZA : Rifugio Malga Larici 1658m

SENTIERO: 209, 205, 825

DISLIVELLO: 391m

DIFFICOLTA’: E

Pubblicità

Cima Dodici 2336m o Monte Ferozzo

La Cima Dodici o Cima XII oppure, come veniva chiamata nella antica parlata cimbra, monte Ferozzo e’ la vetta più alta dell’Altopiano di Asiago e di tutta la provincia di Vicenza con i suoi 2336 metri di quota. Il nome Cima Dodici invece ha avuto origine nel paese di Borgo Valsugana poiché in alcuni periodi dell’anno, il sole alle ore 12 scompare per alcuni minuti coperto dall’ombra proveniente dalla cima del monte. Questa montagna si eleva nella parte nord dell’Altopiano, sul confine con il Trentino e curiosamente la Cima si trova in parte in territorio Veneto e in parte in Trentino.  L’escursione inizia da Malga Galmarara che si raggiunge da Asiago percorrendo la strada che conduce a Camporovere di Roana, quindi si prosegue lungo la SS349 in direzione di Passo Vezzena dove in corrispondenza di una curva a destra inizia la mulattiera che conduce a Malga Galmarara. Arrivati alla malga parcheggiamo la macchina negli appositi spiazzi e imbocchiamo il  sentiero 830.

DSC09943

DSC09948

Il sentiero inizia tra i mughi e per un paio di km prosegue con continui saliscendi, mentre percorriamo questo settore possiamo ammirare il Corno di Campo Bianco,

DSC09953

quindi raggiungiamo e oltrepassiamo il Bivacco Bivio Italia.

DSC09961

Dal Bivacco scendiamo di pochi metri e giungiamo al Bivio Italia

DSC09962

dove confluiscono vari sentieri. Dal bivio iniziamo a vedere la Cima.

DSC09970

Ora  imbocchiamo il sentiero 835 detto anche “Kaiser Karl Strasse”.

DSC09966

In questo settore incontriamo ciò  che resta di alcune fortificazioni risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

DSC09968

Giungiamo ad una altro bivio dove lasciamo la carrareccia che ci porterebbe al Monte Ortigara e proseguiamo sul sentiero per Cima Dodici. Sul percorso passiamo accanto ad una voragine che sul fondo conserva ancora neve anche durante il periodo estivo.

DSC00036

Proseguiamo tra i pini mughi fino a giungere al  Bivio con Sentiero 208 e continuiamo sempre verso Cima Dodici.

DSC09988

Da qui il sentiero si fa più ripido e dobbiamo procedere con la dovuta attenzione in caso di pioggia o ghiaccio, per la presenza di rocce carsiche,

DSC09989

continuiamo fino a raggiungere la cima dove troviamo una Croce in legno piantata qui dagli abitanti di Asiago in occasione dell’Anno Santo e poco distante

DSC00026

DSC09992

troviamo la Croce in ferro posta l’anno 1969 dalla Sezione Sat di Borgo Valsugana.

DSC00017

Dalla vetta possiamo godere l’ampio panorama sulla Valsugana e sull’Altipiano dei sette comuni.

DSC00001

 

DSC00024

 

PUNTO DI PARTENZA : Malga Galmarara 1614m (VI)

SENTIERO: 830,835

DISLIVELLO: 722m

DIFFICOLTA’: E

Ciaspolata a Gallio all’Osservatorio Militare

Il Centro fondo di Gallio è situato sull’Altopiano di Asiago (VI) e si raggiunge da Asiago seguendo le indicazioni per Gallio. Giunti a Gallio si seguono le indicazioni per  Campomulo 1500m che raggiungiamo dopo alcuni chilometri e dove entriamo nella strada a pagamento e nel grande parcheggio. Indossate le ciaspole seguiamo la pista battuta  vicino al Snow Fun Park,

DSC08430

entriamo nel bosco e possiamo ammirare

DSC08437

alcuni scorci sulle montagne circostanti.

DSC08435

Seguiamo il sentiero invernale fino ad

DSC08432

uscire dal bosco.

DSC08443

Ora ci dirigiamo verso il  monumento dedicato al Papa Giovanni Paolo II,

DSC08450

che venne eretto dopo una Sua visita in Altopiano. Appena dopo l’altare del Papa

DSC08453

proseguiamo diritti fino ad incontrare l’ indicazione per l’osservatorio,

DSC08454

continuiamo in piano fino ad arrivare all’Osservatorio Militare della Grande Guerra dal quale si può ammirare uno splendido panorama che comprende gran parte dell’Altopiano dei 7 Comuni.

DSC08458

 

PUNTO DI PARTENZA : Centro fondo Campomulo 1500m- Gallio (VI)

SENTIERO: Pista Osservatorio Militare

DISLIVELLO: 117 m

DIFFICOLTA’: EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato)

Monte Lemerle 1233m

Il monte Lemerle ha avuto una grande importanza storica durante la Grande Guerra, infatti fu teatro di due distinte battaglie. Qui si svolse  infatti una prima importante battaglia che segno la fine della famosa “Strafexpedition” la spedizione punitiva Austroungarica del 1916. Il 6 giugno 1916  la 34 divisione austroungarica assistita da tre brigate di artiglieria  iniziò l’attacco del monte Lemerle  che era l’ultima difesa italiana all’invasione della pianura veneta. Ma i fanti italiani delle Brigate Forlì, Piemonte e Trapani riuscirono a resistere per 10 giorni finché gli imperiali si ritirarono. La seconda battaglia si svolse invece nel giugno del 1918 e questa volta furono le truppe inglesi a contrastare l’ultimo disperato attacco degli imperiali sull’Altipiano. L’escursione inizia dal parcheggio dei cimiteri inglese e italo-austriaco di Val  Magnaboschi che si raggiunge da Cesuna sull’altopiano di Asiago. Nel centro del paese troviamo le indicazioni per i cimiteri militari e imbocchiamo sulla destra, per chi proviene da Vicenza, via Magnaboschi che seguiamo fino al parcheggio vicino alla cappella di Sant’Antonio. Lasciata l’ auto ci dirigiamo brevemente in direzione della cappella

DSC08744

dove, seguendo le indicazioni, imbocchiamo

DSC08745

la mulattiera sulla sinistra. Saliamo circondati dal magnifico bosco nero di Cesuna,

DSC08765

raggiungiamo la Selletta del Lemerle dove troviamo i primi resti di costruzioni militari.

DSC08785

Qui nel 2015 una troupe di History Channel  ritrovò un elmetto e i resti di un soldato italiano che venne chiamato “il soldato del Lemerle” sulle cui vicende venne scritto un libro. Lasciata la selletta seguiamo le indicazioni delle postazioni inglesi

 

DSC08750

e poco oltre troviamo il bunker del comando del “9° South Staffordshire”

DSC08762

DSC08761

e altre costruzioni militari inglesi. Sempre seguendo le indicazioni raggiungiamo la cima del monte dove troviamo due cippi e una grande croce a ricordo dei caduti su questa vetta.

 

DSC08771

DSC08776

Per il ritorno possiamo seguire le indicazioni che ci fanno compiere un percorso circolare e ci riportano alla selletta e poi al parcheggio. Giunti al parcheggio consigliamo di visitare entrambi i cimiteri che si trovano uno di fronte all’altro nella zona che è stata dichiarata “Zona Sacra del Fante” e dove si svolge l’adunata nazionale.

DSC08798

Accanto al cimitero italiano si trova  la colonna proveniente da un antico tempio romano e donata dalla città di Roma.

DSC08802

Questa colonna segna il punto di massima penetrazione raggiunto dagli austro-ungarici durante  la Strafexpedition. Il cimitero inglese è uno dei  5 cimiteri inglesi posti sull’Altopiano che sono sotto la tutela  della Commonwealth War Graves  Commission.

DSC08795

PUNTO DI PARTENZA :  Parcheggio Cimiteri Val Magnaboschi 1087m – Cesuna (VI)

SENTIERO: sentiero monte Lemerle

DISLIVELLO: 146m

DIFFICOLTA’: T

Monte Ortigara 2106m, Monte Lozze 1959m e Cima Caldiera 2124m

Questa escursione  si svolge sull’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza, in una delle zone in cui si è consumata, da giugno del 1916 a novembre del 1917, una delle più grandi tragedie per i nostri soldati durante la Grande Guerra ed infatti questa zona viene  chiamata “il Calvario degli Alpini” poiché qui caddero 20.000 nostri soldati.  Vi sono vari  itinerari per l’Ortigara, ma quello che percorreremo noi sarà un itinerario circolare che ci permetterà di comprendere completamente gli avvenimenti che qui accaddero. L’itinerario ha inizio da Piazzale Lozze 1771m che si raggiunge da Asiago seguendo le indicazioni per Gallio e successivamente per Campomulo fino ad incontrare le indicazioni per la zona sacra del monte Ortigara. Superato il rifugio Campomulo inizia la strada per il monte Ortigara. Questa strada è asfaltata fino al rifugio Campomuletto poi diventa sterrata con carreggiata larga, ma con molte buche, dopo circa 6 km diviene nuovamente asfaltata fino al Piazzale Lozze. Lasciata l’auto nel piazzale procediamo seguendo le indicazioni del sentiero 841

DSC08931

per Cima della Caldiera, entriamo nella zona sacra, il sentiero passa accanto alla chiesetta del monte Lozze e al Sacrario che visiteremo al ritorno,

DSC08937

oltrepassati la chiesetta seguiamo  le indicazioni per “itinerario giallo opere militari”.

DSC08939

Sul percorso passiamo accanto a ruderi di costruzioni, tralasciamo le indicazioni  per Cima della Campanella,  oltrepassiamo caverne, trincee e varie costruzioni militari.

DSC08944

La cima Caldiera è visibile davanti a noi.

DSC08954

Continuando sul sentiero

DSC08962

passiamo in un intaglio roccioso ed entriamo in un panoramico pianoro. Sotto di noi abbiamo Prà della Porta mentre di fronte a noi possiamo ammirare: la Valsugana oltre cui vediamo la catena dei Lagorai con Cima Asta, le Pale di San Martino e in lontananza la Marmolada, mentre a destra si osservano  le Alpi Feltrine  e il Grappa.

DSC08965

Attraversiamo questo pianoro passando accanto a postazioni di artiglieria ricavate nel fianco di Cima della Caldiera

DSC08967

e risaliamo, su una strada militare, il versante est. All’altezza di un tornante troviamo le indicazioni per l’osservatorio “Torino”

DSC08977

costruito nella roccia nel 1917 e che è interessante visitare per la spettacolare vista sulla sottostante Valsugana

DSC08981

e sull’Ortigara.  Usciti dall’osservatorio continuiamo in salita e raggiungiamo  l’ osservatorio esterno chiamato “Elsa G”  con impressionante vista sulla Valsugana.

DSC08987

Superiamo altre postazioni  e raggiungiamo Cima della Caldiera con la sua grande Croce.
DSC09024

Dalla vetta possiamo abbracciare l’intero campo di battaglia che spazia da Cima della Campanella al Monte Lozze, al Pozzo della Scala, al Monte Campanaro e al Monte Ortigara.

DSC09026

Seguiamo ora i segnali e scendiamo verso il Pozzo della Scala, superiamo, con la dovuta attenzione,  un caratteristico “campo solcato”, cioè un fenomeno carsico superficiale su roccia nuda e incontriamo altri ruderi di costruzioni. In questa piccola valle si ammassavano i reparti italiani prima di assaltare i reticolati austriaci,

DSC09032

i soldati oltrepassando il Monte Campanaro, sfociavano nel Vallone del Agnellizza  e partivano all’attacco delle formidabili difese dell’ Ortigara. Noi, seguendo la linea di assalto italiana, passiamo sotto il monte Campanaro  e scendiamo ripidamente nel Vallone dell’Agnellizza, detto anche Vallone della Morte, poiché durante la battaglia era colmo di morti.

DSC09033

Raggiungiamo le pendici dell’Ortigara dove giunge anche un sentiero che proviene dal Baito omonimo. Iniziamo a risalire il monte, incontriamo una piccola sorgente chiamata “Pozzetto dei feriti” perché durante l’assalto era utilizzato per dissetare i feriti.

DSC09036

Lungo la salita oltrepassiamo una  postazione austriaca in caverna per 5 mitragliatrici, incontriamo alcuni scalini e  un corrimano che ci conduce in  una breve galleria a  gomito chiamata Galleria Biancardi dedicata al comandante della Brigata Regina che qui posizionò i suoi soldati prima dell’assalto.

DSC09042

Usciamo sul sentiero che ora si  innalza ripido su gradini, ma protetto da corrimano metallico. Raggiungiamo infine il carsico crinale dell’Ortigara e  incontriamo,

DSC09046

subito il Cippo eretto nel 1961 in memoria dei reparti austro-ungarici che difesero la montagna.

DSC09052

Proseguiamo in un paesaggio lunare costellato di buche e doline.

DSC09056

Risaliamo crinale in moderata salita, lasciando sulla destra la Dolina grande e raggiungiamo la vetta dove troviamo la colonna mozza qui eretta nel 1920 dall’Associazione nazionale Alpini.

DSC09074

Il panorama è spettacolare e comprende  gran parte dell’Altipiano dei sette comuni con  le sue Cime più alte Cima Dodici e Cima Portule. Per la discesa imbocchiamo il sentiero 840 detto anche sentiero tricolore,

DSC09081

sulla destra si apre la Dolina del Circo “Zirkus Doline”, dove vi erano le trincee e i comandi austriaci. Scendiamo lungo il Coston dei Ponari  e raggiungiamo il Baito Ortigara a quota 1973 m.

DSC09087

DSC09086

Continuiamo ora in falso piano nella “Pozza dell’Ortigara”  fino a raggiungere il Monte Lozze  1959 m con ampia vista sul campo di battaglia e dove troviamo, eretta su una colonna, la statua della Madonna degli Alpini

DSC09089

Scendendo incontriamo prima  il Rifugio dedicato al tenente Giovanni Cecchin, medaglia d’oro al valore militare e successivamente la Chiesetta del Lozze,

DSC09098

costruita dagli alpini del battaglione Verona dopo la battaglia del giugno del 1917. Nelle vicinanze della chiesetta sorge il piccolo Ossario contenente i resti dei caduti che ancor ‘oggi si possono trovare sul percorso. Da qui proseguiamo e raggiungiamo in breve il Piazzale Lozze.

 

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale Lozze 1771m

SENTIERO:841 e 840

DISLIVELLO: 353m

DIFFICOLTA’: E-EE (dove ci sono i corrimano)

 

Forte Interrotto e Cimiteri Mosciagh

Il Forte Interrotto era una caserma militare progettata nel 1885 sulla cima dell’omonimo Monte, fu realizzato dagli Italiani sull’Altopiano di Asiago per controllare il confine con l’impero Austroungarico. La sua posizione permetteva di avere una visuale completa sulla parte centrale dell’Altopiano.  Durante la Strafexpedition venne abbandonato dalla guarnigione italiana e utilizzato dalle truppe austro-ungariche come postazione di osservazione. L’escursione ha inizio da Camporovere, piccolo paese subito a nordovest di Asiago, giunti presso questa località si prende, verso nord, via Forte Interrotto e, usciti dalle case, si continua in moderata salita sulla strada asfaltata tra grandi prati, con magnifica vista sull’ Altopiano di Asiago. Dopo alcune curve parcheggiamo lungo gli spiazzi accanto la strada e percorriamo a piedi  la strada sterrata fino a raggiungere il forte.

DSC08805

DSC08813

DSC08825

Dal forte possiamo godere una magnifica vista sull’Altopiano.

DSC08811

Dopo aver visitato il Forte seguiamo le indicazioni per Cimiteri di Mosciagh e

DSC08838

continuiamo sulla mulattiera che entra nel bosco.

DSC08860

Passiamo accanto ad un edificio diroccato e

DSC08840

proseguiamo seguendo le indicazioni per i Cimiteri Mosciagh. Continuiamo sulla mulattiera fino a raggiungere il cippo eretto in onore del 141º Reggimento Fanteria della Brigata Catanzaro a ricordo del loro eroico comportamento durante  la battaglia di cima Mosciagh:  il 26 maggio del 1916 gli austriaci erano riusciti ad impossessarsi di 6 cannoni italiani e a scacciare dalla vetta gli Artiglieri, ma la notte del 27 il II Battaglione del 141º Fanteria attaccò alla baionetta e riusci a recuperare sei cassoni portamunizioni ed un cannone mentre i rimanenti cannoni, già danneggiati, vennero resi inutilizzabili. Da ciò derivò il motto del 141º «Su monte Mosciagh la baionetta ricuperò il cannone».

DSC08842

Proseguiamo sulla mulattiera fino a giungere ai Cimiteri Austroungarici 1 e

DSC08845

DSC08847

2 del Mosciagh in questi cimiteri  riposano 1142 soldati dell’armata Austroungarica che sono caduti in questo territorio durante la prima guerra mondiale.

DSC08848

Continuiamo ora  verso il Cimitero Mosciagh 3 seguendo il sentiero 833, superiamo alcune bivi, ma seguiamo sempre le indicazioni per il cimitero Mosciagh 3.

DSC08852

Dopo una ripida salita giungiamo al Cimitero 3 dove sono sepolti altri 209 soldati dell’armata Austroungarica .

DSC08854

 

DSC08853

 

PUNTO DI PARTENZA : Strada per il Forte Interrotto  1250m- Camporovere (VI)

SENTIERO: 833

DISLIVELLO:  280m

DIFFICOLTA’: E

Ciaspolata Croce del Civello 1697m

L’escursione ha inizio dal Centro Fondo di Campolongo in provincia di Vicenza, che si raggiunge da Vicenza percorrendo tutta l’autostrada della Valdastico fino a Piovene Rocchette, da qui si seguono le indicazioni per Asiago. Giunti sull’Altopiano proseguiamo, sempre seguendo le indicazioni per Asiago,  fino a Canove di Roana dove, alla rotonda troviamo le indicazioni per Roana e Rifugio Campolongo. Proseguiamo sempre seguendo le indicazioni Centro Fondo Campolongo fino a giungere al grande  grande parcheggio a pagamento. Seguiamo il percorso ciaspole per la Croce del Civello.

DSC08596

Il tracciato torna verso la strada asfaltata e la attraversa per risalire, passando accanto ad una pozza, fino allo Spiazzo dei Mercanti dove troviamo la deviazione per Malga Erio e malga Quarti di Verena,

DSC08599

noi invece proseguiamo verso sinistra per la Croce del Civello. Attraversiamo uno splendido bosco

DSC08605

fino a raggiungere la Croce del Civello.

DSC08610

DSC08607

Dalla Croce proseguiamo il giro ad anello seguendo le indicazioni  per Campolongo, scendiamo attraversando un bosco fino ad incontrare la strada asfaltata che proviene dal centro sciistico Verena, passiamo accanto alla Casara di Campovecchio e

DSC08621

DSC08622

proseguendo accanto alla strada asfaltata torniamo al parcheggio di Campolongo.

 

PUNTO DI PARTENZA : Centro fondo Campolongo 1551m Rotzo (VI)

SENTIERO: Pista ciaspole Croce del Civello

DISLIVELLO: 240m

DIFFICOLTA’: EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato)

 

Ciaspolata Rifugio Moline 1740m

Il Centro fondo di Gallio è situato sull’Altopiano di Asiago (VI) e si raggiunge da Asiago seguendo le indicazioni per Gallio. Giunti a Gallio si seguono le indicazioni per  Campomulo 1500m che raggiungiamo dopo alcuni chilometri e dove entriamo nella strada a pagamento e nel grande parcheggio.

DSC08595

Calzate le ciaspole seguiamo le indicazioni per il percorso Moline che con una lunghezza di 7.5 km (di sola andata ) ci porterà al Rifugio Adriana Malga Moline. Iniziamo a percorrere la pista costeggiando le piste di fondo fino ad immergerci in un bosco,

DSC08569

continuiamo passando in prossimità della Malga Fiara che sorge accanto ad una pista di fondo.

DSC08589

DSC08572

Da qui proseguiamo con continui saliscendi nel bosco dei Castellari. La pista prosegue tra il Monte dei Compari a sinistra e lo Spitz Keserle a destra.

DSC08579

DSC08580

Raggiungiamo infine il Rifugio Adriana Malga Moline 1740m dove giunge anche una Pista di Fondo.

DSC08582

Da qui si possono raggiungere due località simbolo dei tragici eventi della Grande Guerra : Il Monte Ortigara e la Cima della Caldiera.

 

PUNTO DI PARTENZA : Centro fondo Campomulo 1500m- Gallio (VI)

SENTIERO: Pista ciaspole Moline

DISLIVELLO: 240m

DIFFICOLTA’: EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato)

Monte Cengio 1354m

Il Monte Cengio, zona sacra alla Patria, è uno dei luoghi più spettacolari e allo stesso tempo tragici della Prima Guerra mondiale. Si trova sull’Altopiano dei sette Comuni di Asiago ed è un magnifico balcone sulla Valdastico. Proprio grazie alla sua posizione panoramica divenne un punto strategico durante la Grande Guerra. Sul Monte Cengio si batterono coraggiosamente i Granatieri di Sardegna contro gli Austro Ungarici che, durante la Strafexpedition del 1916, tentavano di calare nella Valdastico e raggiungere la pianura vicentina. Gli imperiali infine conquistarono il monte, ma la tenace resistenza delle truppe italiane bloccò la loro avanzata. Le perdite di questa battaglia furono enormi, circa 20.000 uomini tra imperiali e Italiani. L’Escursione ha inizio dal Piazzale Principe di Piemonte che si raggiunge dall’autostrada della Valdastico proseguendo in direzione Asiago, si superano i tornanti della salita del Costo e quando la strada diviene falsopiano, superato sulla destra un ex cimitero di guerra, troveremo le indicazioni per il monte Cengio e imboccheremo a sinistra una strada che ci condurrà, dopo alcuni chilometri, al Piazzale Principe di Piemonte dove lasceremo l’auto. Qui troviamo la  chiesetta dedicata ai donatori dell’ Avis e un monumento ai caduti.

DSC08625

A lato del piazzale troviamo dei pannelli con la descrizione della zona, accanto  imbocchiamo la stradina sterrata. Incontriamo inizialmente una galleria con postazioni di artiglieria, poi un’altra galleria con osservatorio e continuiamo fino ad raggiungere  delle trincee restaurate.

DSC08636

Scendiamo alcuni scalini a fianco delle trincee e giungiamo davanti a una galleria, prima dell’ entrata troviamo un pannello che descrive quanto accaduto in questo punto. Entriamo nella galleria,

DSC08641

che è anche la  più lunga, dove è consigliata una torcia elettrica anche se in alcuni punti vi è la luce artificiale. All’interno di questa galleria vi è un punto di vedetta con panorama sulla Valdastico.

DSC08643

Usciti all’aperto, il sentiero si fa strapiombante sulla valle, comunque la mulattiera è abbastanza larga e sempre protetta da corrimano in filo d’acciaio.

DSC08649

DSC08657

Continuiamo fino a giungere al Piazzale dei Granatieri dove è possibile continuare per le gallerie fino alla Cima del Cengio oppure proseguire verso il Rifugio al Granatiere.

DSC08670

Noi proseguiamo verso la galleria, di cui possiamo vedere l’ ingresso.

DSC08668

Attraversando questa galleria notiamo scolpito nella roccia  il simbolo dei granatieri.

DSC08675

DSC08676

Proseguiamo in saliscendi fino a giungere ad una strettoia naturale tra due colonne di roccia

DSC08690

e giungiamo alla Galleria Comando che si sviluppa in forma elicoidale verso la cima del monte. Usciti da quest’ultima galleria ci troviamo nel piazzale Pennella, da qui seguiamo il percorso che ci porta sulla cima del Cengio dove è posta la grande croce con vicino un altare.

DSC08728

Il panorama è splendido e la vista spazia a360°.

DSC08717

Scendiamo dalla cima e seguiamo le indicazioni per il Rifugio al Granatiere, proseguiamo fino alla Chiesetta votiva dei granatieri di Sardegna al cui interno si trova la Pala della Madonna del Granatiere.

DSC08739

All’esterno è posizionato  il monumento al granatiere costruito con pezzi di granate esplose.

DSC08734

Da qui scendiamo al Rifugio al Granatiere e seguendo la strada asfaltata raggiungiamo nuovamente il piazzale Principe di Piemonte.

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale Principe di Piemonte (VI) 1286m

SENTIERO: 651 La Granatiera

DISLIVELLO: 68m

DIFFICOLTA’: E

Cima Posta 2215m e Cima Carega 2259m

Cima Posta fa parte del Gruppo del Carega, gruppo montuoso posto tra le provincie di Verona, Trento e Vicenza. Curiosamente i mappatori dell‘800 hanno spesso confuso i nomi della due più alte cime del gruppo: Cima Carega  e Cima Posta, infatti sulle prime rudimentali carte topografiche troviamo invertiti i nomi delle due cime. Il medesimo errore è  riprodotto nelle carte del Regio esercito del 1873 e 1888. Inoltre i tipografi austriaci del Trentino, giacché dalla valle trentina di Ronchi la cima più alta che appare è proprio Cima Posta, diedero ad essa il nome Carega. La situazione venne rimessa in ordine solamente nel le carte IGM del 1959 e 1969. L’escursione parte dal Rifugio Revolto che si raggiunge dal paese di Giazza in Val d’Illasi (Vr) percorrendo una strada asfalta di 8km. Parcheggiata l’auto nei pressi del rifugio, seguiamo le evidenti segnalazioni per il sentiero 186 che passa per un bosco fino a raggiungere una strada militare su cui ci immettiamo. Questa strada è stata realizzata dal Genio Militare della 1° Armata nel 1917-18 per rafforzare il sistema difensivo dopo gli aspri combattimenti di Passo Buole. Proseguendo incontriamo il Passo Pertica 1573m, con l’omonimo rifugio, da qui si prosegue sempre sulla stessa strada che ora è indicata come sentiero 109 della Val di Ronchi, superiamo  la galleria  e proseguiamo fino ad incontrare il segnavia 108B del Vallone della Teleferica, cosi chiamato poiché vi passava una teleferica attiva durante la Grande Guerra, di cui rimangono alcuni piloni in cemento.

dsc05296

Imbocchiamo questo sentiero che risale, tra i mughi,le  pendici della Costa Media. Oltrepassati i  mughi, il sentiero prosegue inizialmente  in modesta salita  per poi guadagnare quota con alcuni tornanti, in questa zona spesso si incontrano gruppi di camosci.  Proseguiamo risalendo la parte terminale del Vallone della Teleferica,

dsc05306

dsc05312

fino a giungere  al Rifugio Fraccaroli 2238m. Qui in pochi minuti risaliamo Cima Carega 2259m.

dsc05359

Scesi dalla cima lasciamo sulla sinistra il Rifugio e proseguiamo in discesa sul sentiero 108  che con larghi tornanti ci porta in una spettacolare  vallata dolomitica. Difronte a noi vediamo due grandi montagne Il Molare e la Cima Posta,

dsc05314

continuiamo sul sentiero 108

dsc05356

superiamo il Monte Molare e un piccolo promontorio che lo divide dalla Cima Posta

dsc05352-copia

e arrivati sotto Cima Posta  saliamo  per  intuibile esile traccia sul fianco della montagna.

dsc05350

dsc05322

Giunti sulla cresta troviamo una trincea della Grande Guerra che ci porta alla piccola croce di vetta.

dsc05331

Dalla cima la vista spazia sul gruppo del Carega, sul Pasubio e sui Lessini.

dsc05325

 

PUNTO DI PARTENZA : Rifugio Revolto 1336m

SENTIERO: 186, 109, 108b, 108

DISLIVELLO: 923m

DIFFICOLTA’: E – EE