Escursioni Bresciane

Rifugio De Marie al Volano 1480m

Il Rifugio De Marie al Volano è un vecchio rifugio fondato negli anni ’30 si trova nella splendida conca del Volano, di fronte alle cime del gruppo del Tredenus che chiudono la testata della valle. Sulla destra invece possiamo ammirare la piramide del Pizzo Badile Camuno. L’escursione inizia dal paese di Cimbergo, che raggiungiamo da Brescia seguendo sulla SS 42 del Tonale che lasciamo a Capo di Ponte (sito archeologico Unesco). Lasciata la statale ci dirigiamo a destra in direzione Cimbergo. Giunti a Cimbergo proseguiamo fino alla parte alta del paese in Via Don Battista Polonioli e parcheggiamo nei pressi delle indicazioni”Volano”. Lasciata l’auto proseguiamo su strada asfaltata, attraversiamo dei un gruppi di case e continuiamo sulla mulattiera sempre seguendo le indicazioni per il Rifugio. Raggiungiamo la località Valina 1075m dove troviamo una fontana.

Proseguiamo sempre in salita e passiamo accanto ad una Santella.

Giunti ad un bivio dove sulla destra c’è una altra santella con una statua della madonna troviamo un cartello che indica sulla destra il Rifugio De Marie e il Volano mentre a sinistra si stacca una stradina che porta al torrente Re. Noi continuiamo seguendo le indicazioni, sulla mulattiera che diviene sempre più ripida fino a giungere alla località al Volano dove si trovano alcune baite, da qui proseguiamo e in breve

raggiungiamo il Rifugio De Marie.

Il panorama che si apre è spettacolare sul gruppo del Tredenus e sul Pizzo Badile Camuno.

PUNTO DI PARTENZA : Cimbergo (BS) 850m

SENTIERO: 16

DISLIVELLO: 630m

DIFFICOLTA’: E

Pubblicità

Laghetti di Pietra Rossa 2585m

I laghetti di Pietrarossa si trovano in alta Val Canè, una valle laterale della Valcamonica, in una conca a sud del Passo di Val Canè. Per raggiungere la valle risaliamo la statale 42 della Val Camonica, superiamo Edolo e ci dirigiamo verso Ponte di Legno. Dopo Vezza d’Oglio, a Stadolina, prendiamo a sinistra la provinciale 80 con la quale arriviamo a Vione.
Da qui, seguendo le indicazioni, giriamo ancora a sinistra e saliamo alla frazione di Canè. Giunti a Canè, attraversiamo l’abitato percorrendo la via principale fino ad incontrare un ponte sul torrente, lo superiamo ed entriamo in un vasto parcheggio sterrato dove lasciamo l’auto.
In fondo al parcheggio troviamo una bacheca con una grande cartina della zona e dei cartelli segnaletici.

Noi seguiamo il sentiero 165 su cui sono riportate le indicazioni per il nostro obbiettivo. Proseguiamo in leggera salita su di una strada con il fondo in cemento e pietre e incontriamo la Baita Stodegarda dove troviamo un cartello con una curiosa scritta “Le vere meraviglie non costano una lira. Camminare rende lieti. Sotterrate i pensieri … e i barattoli vuoti.” Continuiamo, in falso piano, sulla mulattiera, attraverso prati,

larici e baite, fino a raggiungere Cortebona 1766m dove troviamo un parcheggio, un area pic-nic e la Baita con il centro informazioni. Proseguiamo e poco dopo incontriamo una fornace da calce (calchèra) con un cartello che ne illustra le caratteristiche, appena più alto c’è una fontana. Riprendiamo a salire tra gli alberi, superiamo un’altra calchera, incontriamo un cartello con le indicazioni per il Bivacco Valzetoren e un ponte di legno che ci permette di superare il torrente. Continuiamo tra prati, rododendri e larici fino a raggiungere il Plazzo della Casera, una vasta prateria. Da qui, mentre si inizia vedere il bivacco, proseguiamo fino ad incontrare un ponte di legno, che attraversiamo, poco più avanti incontriamo le indicazioni per il bivacco. Ora il sentiero diviene più stretto, più ripido e serpeggiante, passiamo fra rocce e rododendri, superiamo un ruscelletto e

torniamo a vedere il bivacco.

che raggiungiamo poco dopo. Il Bivacco Valzeroten 2208m è una costruzione di pietra posta in una magnifica posizione, domina la valle con una spettacolare vista sul gruppo dell’Adamello. Qui non è raro incontrare degli stambecchi.

Superiamo il bivacco e percorriamo il sentiero che sale serpeggiante tra erba e pietre.

Raggiungiamo e superiamo un torrente che forma la cascata, ora il sentiero diviene più ripido, continuando sul percorso superiamo un canalino aiutandoci con gradini di pietra. Percorriamo alcuni stretti tornanti, sempre in salita e continuiamo tra spuntoni di roccia e erba.

Incontriamo e risaliamo un altro ripido canalino, poi proseguiamo con minore pendenza e dopo aver percorso altri tornanti arriviamo ad un pianoro con una bellissima vista sulla valle.

Continuiamo sul sentiero e in leggere discesa raggiungiamo la conca dove si trovano i laghetti.

PUNTO DI PARTENZA : Canè (BS) 1476m

SENTIERO: 165

DISLIVELLO: 1109 m

DIFFICOLTA’: E

Bivacco Capanna Tita Secchi

Il Bivacco Capanna Tita Secchi è situato al Passo Portole, tra la Cima Caldoline a est e il Corno Barzò a ovest, al centro delle Piccole Dolomiti Bresciane. E’ dedicato alla memoria del partigiano bresciano Tita Secchi ucciso all’età di 29 anni e dei suoi compagni d’armi della Brigata Perlasca e Margheriti. L’escursione inizia dal parcheggio del Passo Maniva (Bs) che si raggiunge percorrendo la strada provinciale 345 della Val Trompia superando gli abitati di Collio e San Colombano da dove iniziano i tornanti che ci portano al Passo Maniva. Dal parcheggio ci dirigiamo verso la chiesetta e prendiamo la strada provinciale, che passando sul fianco del Dosso Alto, conduce poi al Baremone e quindi al lago d’Idro. La strada era stata costruita dal Genio Militare nei primi del ‘900 e per cui prende anche il nome di strada dei soldati. Percorriamo questa strada, oltrepassiamo una galleria paramassi fino a che raggiungiamo il Passo Dosso Alto. Già dal passo si può vedere in lontananza il Bivacco che si trova tra il Corno Barzò e la Cima Caldoline.

Gli abitanti della Valle Trompia, si tramandano una leggenda secondo cui il cui profilo di questa cima ricorda il viso di una bellissima fanciulla, la principessa Manuela, tenuta prigioniera nel monte da un antico sortilegio che solo l’amore di un montanaro avrebbe potuto rompere, ma la cima era troppo alta e nessuno mai aveva osato scalarla. Un bel giorno la principessa si innamorò, ricambiata, di un giovane montanaro di San Colombano che volle liberarla dalle catene del maleficio. Il montanaro un giorno, attesa l’alba, iniziò a scalare la vetta, facendo attenzione a non far rumore, per non destare il terribile Maniva, ma quando fu a pochi passi dalla sua amata, la montagna lo sentì e si svegliò irritata. Si scosse e fece cadere sotto il peso di enormi massi il povero ragazzo, che precipitò nell’abisso. Le lacrime della principessa sgorgarono copiose, irrigando i rododendri, i mughi, i fiori e le erbe che crescono rigogliose sulla cima. Da allora le rocce non sono rimaste fredde, ma sono calduline, cioè tiepide, come dicono in dialetto gli scalatori che hanno la fortuna di spingersi fin sulla vetta: calduline come le gote della bella e sfortunata principessa Manuela, che ancora rimane prigioniera lassù. Per questo fatto, dice la leggenda, questo luogo viene chiamato Cima “Caldoline”. Dal passo del Dosso Alto seguiamo le indicazioni per Capanna Tita Secchi

il sentiero si sviluppa tra pini mughi e prati fino a che giungiamo al Passo Portole.

Proseguiamo in salita, su pietrisco verso un altare dedicato al prof. Luigi Zampedri – primo reggente CAI di Collio e presidente dell’Opera bresciana chiesette alpine, fondata nel 1935 da Mons. Giuseppe Bonomini e dall’avv. Giovanni Brunelli. E’ inoltre dedicata ai caduti della montagna, in pace ed in guerra, ed in particolare è dedicato ai caduti delle Brigate Fiamme Verdi Perlasca e Mergheriti, che operavano in questa zona sul finire della seconda guerra mondiale.

Ogni anno su questo altare si celebra per tutti loro una Santa Messa. Proseguiamo e in breve raggiungiamo il Bivacco Capanna Tita Secchi.

Il panorama si apre sul Dosso Alto e la Corna Blacca.

PUNTO DI PARTENZA : Passo Maniva 1664m (BS)

SENTIERO: 3V- 3V variante bassa

DISLIVELLO: 71m

DIFFICOLTA’: E

Rifugio Val Brandet e Malga Casazza 1474m

Il rifugio Val Brandet e la Malga Casazza si trovano nella Val Brandet, che fa parte della Riserva Naturale delle valli di S. Antonio, in provincia di Brescia. L’escursione inizia da S. Antonio, paesino della Val Camonica, che si raggiunge da Edolo seguendo la direzione Sondrio/Passo dell’Aprica. Superato il paese di Corteno Golgi, ignoriamo la prima indicazione per S.Antonio, proseguiamo lungo la statale e troviamo la seconda indicazione per S.Antonio imbocchiamo la strada che si stacca a sinistra e giungiamo alla località chiamata “Campagnola”. Seguendo le indicazioni raggiungiamo dopo circa 3 km il parcheggio a pagamento prima del paese di S.Antonio. Lasciata l’auto proseguiamo verso le baite dell’abitato di S.Antonio e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Val Brandet sentiero 129.

Attraversiamo un ponte che ci porta sulla destra del Torrente Brandet e percorriamo una ripida strada, inizialmente lastricata che poi diviene sterrata che prosegue nel bosco. Raggiungiamo un bivio dove sulla destra si stacca la strada agro-silvo-pastorale per la Valle di Campovecchio, dove è posta una bacheca. Ignoriamo la deviazione e proseguiamo diritti in falsopiano fino a raggiungere la piana dove incontriamo le Baite Francesconi, continuiamo a salire fino a che raggiungiamo le Baite Brandet dove possiamo scorgere in lontananza il monte Telenek e il Monte Seller.

Passiamo accanto alla chiesetta dedicata a Giovanni Paolo II e proseguiamo quasi in piano fino a raggiungere

il Rifugio Brandet.

Lasciato il rifugio riprendiamo il sentiero e raggiungiamo il “Ponte del Gallina” dove troviamo anche una zona picnic.

Proseguiamo sempre sul sentiero 129 che costeggia il fiume, superiamo altre zone pic nic

e giungiamo al fondo valle dove troviamo Malga Casazza circondata da magnifici pascoli e fitti boschi.

PUNTO DI PARTENZA : S.Antonio Corteno Golgi 1127m (BS)

SENTIERO: 129

DISLIVELLO: 347m

DIFFICOLTA’: E

Valle Adamè Rifugio Lissone 2020m e Baita Adamè 2150m

La Valle Adamè è ritenuta da molti una delle più belle, se non la più bella valle del gruppo dell’Adamello, è di origine glaciale percorsa dal torrente Poia o Poglia d’Adamè. L’escursione ha inizio dalla Malga Lincino in Val Saviore che si raggiunge da Cedegolo, in Val Camonica, dove uscendo dalla strettoia centrale del paese troviamo sulla destra, per chi proviene da Brescia, le indicazioni per Valle, Ponte e Isola. Imbocchiamo questa deviazione e sempre seguendo le indicazioni per Valle e Rifugio Lissone, dopo 11 km raggiungiamo il paese di Valle che è il centro amministrativo della Val Saviore. Oltrepassiamo il paese e continuiamo sulla strada asfaltata che dopo aver passato un centro sportivo si fa più stretta e ripida, superiamo il ristorante Stella Alpina e dopo alcuni stretti tornanti, da percorrere con la dovuta attenzione, raggiungiamo Malga Lincino dove possiamo lasciare l’auto oppure possiamo proseguire per qualche centinaio di metri e parcheggiare presso la stazione a valle della teleferica 1620m. Lasciata l’auto seguiamo le indicazioni per il rifugio Lissone sentiero 15, attraversiamo inizialmente un prato e ci dirigiamo alla base di una parete rocciosa da dove iniziano le famose “scale dell’Adamè” che ci permetteranno, su gradini di pietra o legno e con numerosi tornanti, di superare in tutta sicurezza questo enorme balzo roccioso.

Giunti alla stazione di arrivo della teleferica entriamo nella magnifica Valle Adamè, incontriamo la diga che forma il laghetto e dall’altro lato del torrente Poia vediamo il rifugio Città di Lissone, appartenete all’omonimo C.A.I, che si può raggiungere attraversando un ponte.

Presso la diga troviamo numerosi segnavia, noi seguiamo il sentiero numero 1.

Proseguiamo quindi sul lato sinistro della valle risalendo la piana alluvionale percorsa dal serpeggiante e tumultuoso torrente Poia circondati da spettacolari cime.

Superiamo parecchi massi erratici, incontrando alcune torbiere naturali,

fino a raggiungere il rifugio Baita Adamè gestito dai volontari dell’ Associazione Gruppo Baita Adamè – ONLUS .

Il panorama è splendido possiamo ammirare in fondo alla valle il Monte Fumo e la sua anticima e il Corno d’Adamè che sovrastano la vedretta d’Adamè,

mentre sulla destra ci sono le cime appartenenti alla catena delle Levade che fa da confine con la trentina Val di Fumo, sul versante sinistro invece vediamo le vette che ci separano dalla Valle di Salarno.

PUNTO DI PARTENZA : Malga Lincino (BS) 1620m

SENTIERO: 15, 1

DISLIVELLO: 530m

DIFFICOLTA’: E

Case di Bles 2080m

Le Case di Bles sono un piccolo agglomerato di due baite situate sul versante meridionale del Corno di Bles, queste baite sono gestite dal CAI di Manerbio, una è riservata ai soci mentre l’altra è un bivacco aperto a tutti.
L’escursione inizia da Canè, frazione del comune di Vione, che si raggiunge da Edolo (Bs) seguendo la statale 42 della Val Camonica in direzione Tonale fino a che superato il paese di Vezza d’Oglio incontriamo una deviazione a sinistra per Stadolina, imbocchiamo questa strada e superati i paesi di Stadolina e Vione giungiamo a Canè dove parcheggiamo nei pressi del cimitero. Procediamo fra le case fino alla chiesa

DSC07927
DSC08000

dove ci dirigiamo a sinistra

DSC07998

verso un arco che oltrepassiamo, subito dopo, imbocchiamo un ripido sentiero acciottolato

DSC07995

alla fine del quale ci immettiamo, sempre a sinistra, brevemente in una stradina lastricata e poi, oltrepassata via Pergola,

DSC07993

prendiamo la successiva strada cementata dove troviamo le indicazioni del sentiero 84 fino a raggiungere il limite alto del paese. Proseguiamo fino ad un incrocio dove a sinistra vi è una Cappella votiva

DSC07931

mentre sulla destra vi è un punto panoramico sul gruppo dell’Adamello dove sono posti un altare e una Croce.

DSC07988

Proseguiamo a sinistra fino ad un altro incrocio dove ci dirigiamo, sempre sinistra, seguendo le indicazioni scritte sul muro per Saline e Case di Bles. Saliamo tra muretti e boschi superando alcuni tratti con fondo cementato fino a raggiungere le Case di Saline,

DSC07934
DSC07935
DSC07982

piccolo gruppo di antiche baite alpine. Presso una fontana troviamo le indicazioni per le Case di Bles.

DSC07938

Continuiamo in questa direzione tra boschi e prati, superiamo la sorgente “Funtana Guciola”

DSC07975

e proseguiamo salendo con alcuni tornanti nel bosco

DSC07972

e seguendo le indicazioni raggiungiamo finalmente le Case di Bles.

DSC07957
DSC07961
DSC07965

PUNTO DI PARTENZA : Canè 1476m (BS)

SENTIERO: 84

DISLIVELLO: 604m

DIFFICOLTA’: E

Cima Comer 1279m e Monte Denervo 1459m

La Cima Comer e il Monte Denervo sono delle montagne bresciane che si affacciano sul lago di Garda. L’escursione ha inizio da Briano, piccola frazione di Gargnano (BS) che si raggiunge da Gargnano risalendo la strada per la Valvestino, dopo alcuni tornanti raggiungiamo un grande incrocio con alcuni cartelli segnaletici. Qui lasciamo la strada della Valvestino per seguire le indicazioni per Briano, proseguiamo per alcuni chilometri ,tralasciando le indicazioni per Sasso e altre frazioni, fino a che, superata una Santella detta Bocca del Santo di Liano, sulla nostra destra troviamo le indicazioni per Briano, imbocchiamo questa strada e proseguiamo per pochi chilometri fino a che, sulla nostra destra, si stacca la stradina cementata che porta al Rifugio degli Alpini qui lasciamo l’auto negli spazi a margine dei prati e risaliamo questa stradina dove troviamo le indicazioni del sentiero 31 per Cima Comer e 32 per Monte Denervo.

Passiamo accanto al Rifugio degli Alpini

per poi entrare nel bosco che risaliamo con alcuni tornanti tra rocce affioranti fino a raggiungere un bivio con il sentiero 32 per il Monte Denervo, ma noi proseguiamo sul sentiero 31 per Cima Comer. Continuiamo sempre in salita

fino a raggiungere un altro bivio dove troviamo due possibilità per raggiungere la Cima Comer, noi proseguiamo sullo stretto sentiero con indicazioni per l’osservatorio.

Raggiungiamo l’osservatorio dell’Ersaf per l’avifauna dove abbiamo una magnifica vista sul lago di Garda.

Continuiamo sul sentiero in salita fino a raggiungere una prima croce con una Madonnina rivolta verso il Lago di Garda.

Infine raggiungiamo la Croce di vetta,

dalla cima il panorama è grandioso e comprende quasi tutto il lago con i suoi paesi e i suoi monti.

Per raggiungere il monte Denervo lasciamo la cima e seguiamo la traccia di sentiero, che passa dietro la croce, dove ci inoltriamo nel bosco e brevemente in discesa raggiungiamo un incrocio di sentieri. Noi seguiamo il sentiero con indicazioni “Denervo”, su una roccia, procediamo diritti fino a che incontriamo il sentiero 32, che proviene dall’incrocio incontrato durante la salita. Seguiamo questo sentiero sempre in salita, che percorre la cresta che unisce le due montagne, fino a raggiungere la cima sud del Denervo dove troviamo una piccola Croce

con vista sulla Valvestino con il suo lago, sul Pizzoccolo, sullo Spino e sul Monte Castello di Gaino.

Da qui ci dirigiamo a nord, superiamo una cascina diroccata

e in breve seguendo sempre il sentiero

raggiungiamo la cima nord con una piccola croce.

Per il ritorno torniamo sui nostri passi scendiamo fino ad incontrare le indicazioni per Briano e torniamo al parcheggio.

PUNTO DI PARTENZA : Briano (BS) 979m

SENTIERO: 31, 32

DISLIVELLO: 480m

DIFFICOLTA’: E

La Chiesetta di San Bartolomeo

La Chiesetta di San Bartolomeo si trova nell’omonima piccola frazione di Salò (BS) a 480m posizionata sul monte che porta lo stesso nome. L’escursione inizia da Salò lungo la piccola via San Bartolomeo che si trova accanto alla sede della Croce Rossa, dove troviamo le indicazioni per il trekking della Bassa Via del Garda (BVG). Seguiamo i segni bianco e rossi e risaliamo questa stradina fra le case fino a che incrociamo e attraversiamo la Strada Statale 45Bis, proseguiamo in salita fino ad un incrocio dove lasciamo i segnali bianco rossi per imboccare via Pineta.

Continuiamo fino ad incontrare, a destra, via del Seminario e la seguiamo fino a giungere in prossimità di una piazzola, dove è presente un piccolo parcheggio, qui seguiamo il sentiero 17

che sale ripidamente tra i fitti alberi.

Raggiungiamo la località Mendes, dove troviamo un masso e una panchina, proseguiamo

seguendo i segni bianco rossi fino a che arriviamo all’incrocio con la variante per Renzano, proseguiamo ora sul sentiero di destra con indicazioni San Bartolomeo e poco dopo incontriamo sulla destra “la Corna” 450m,

uno sperone di roccia dal quale possiamo ammirare il golfo di Salò.

Tornati sul sentiero principale passiamo sotto una parete rocciosa e raggiungiamo un altro punto panoramico intitolato ” Belvedere amici del Golfo” dove godiamo di un’altra magnifica vista sul golfo di Salò.

Risaliamo il sentiero fino ad arrivare ad un bivio dove seguiamo le indicazioni per il Belvedere Isabella.

Raggiungiamo questo Belvedere con un altro bellissimo scorcio sul lago.

A questo punto ci dirigiamo a destra del Belvedere seguendo le indicazioni “Alla Croce”,

proseguiamo su questo sentiero non segnalato, ma evidente, che porta ad un altro bivio dove a sinistra, con un sentiero a mezzacosta, raggiungiamo la località “La Croce”, ennesimo punto panoramico. La Croce è stata posta in questo luogo dagli scout di Salò.

Torniamo sui nostri passi fino all’incrocio con il Belvedere Isabella e proseguiamo sul sentiero per San Bartolomeo, oltrepassiamo un cancello

che ci immette in un pascolo e proseguiamo sul sentiero fino a che sbuchiamo su una stradina asfaltata, da qui ci dirigiamo a sinistra e in breve raggiungiamo la pittoresca Chiesetta di San Bartolomeo.

Anche da qui il panorama sul lago di Garda è splendido.

PUNTO DI PARTENZA : Salò 60m (BS)

SENTIERO: 17

DISLIVELLO: 420m

DIFFICOLTA’: E

Forcellina di Montozzo 2613m

La Forcellina di Montozzo è un passo di montagna dell’alta Val Camonica che divide la Conca del Montozzo (provincia di Brescia) dalla Valle di Peio (provincia di Trento). Durante la prima guerra mondiale la Forcellina fu teatro di aspri scontri tra i nostri Alpini e gli Austro-ungarici per la conquista dello strategico Torrione d’Albiolo, a queste operazioni belliche partecipò anche Cesare Battisti. L’escursione inizia dal piccolo borgo alpino di Case di Viso frazione di Ponte di Legno (BS). Per raggiungere questo paesino percorriamo la SS del Tonale, oltrepassiamo Ponte di Legno fino a imboccare la deviazione per il Passo Gavia, proseguiamo fino ad incontrare le indicazioni per la frazione di Pezzo che raggiungiamo, per poi proseguire  fino a raggiungere la località Case di Viso. Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Bozzi. Raggiungiamo l’area Pic-Nic del Parco Nazionale dello Stelvio e seguiamo il sentiero 152 per il Rifugio Bozzi.

Proseguiamo su una comoda mulattiera di guerra che risale il costone orientale della valle,

in una splendida posizione panoramica, con la possibilità di avvistare branchi di stambecchi e camosci.

Dopo alcuni tornanti arriviamo nella Conca del Montozzo dove incontriamo il lago superiore del Montozzo

sopra il quale sorge il rifugio Bozzi, posto ai piedi della Cima del Montozzo. Il rifugio è intitolato al Tenente degli Alpini Angelino Bozzi, medaglia d’argento al valore, caduto in combattimento sul Torrione d’Albiolo nel 1915.

Nei pressi del lago incontriamo il segnavia del sentiero 111 per la Forcellina di Montozzo.

Mentre saliamo lungo il sentiero alle nostre spalle si apre un panorama bellissimo sulla valle di Viso e sui gruppi montuosi della Presanella e dell’Adamello.

Seguiamo il sentiero e giungiamo alla Forcellina di Montozzo

dove troviamo resti di trincee della prima guerra mondiale e una stele a ricordo. Intorno a noi possiamo ammirare le cime del Torrione d’Albiolo, Punta d’Albiolo con il Passo dei Contrabbandieri che la divide dalla Cima Casaiole.

Dalla forcella inoltre si gode un bellissimo panorama sulla valle Trentina di Peio.

PUNTO DI PARTENZA : Case di Viso Ponte di Legno (BS) 1753m

SENTIERO: 152, 111

DISLIVELLO: 860m

DIFFICOLTA’: E

Ciaspolata al Rifugio Corno d’Aola – Petit Pierre

Il Rifugio Petitpierre o Rifugio Corno d’Aola, posizionato sotto il Corno d’Aola, è stato costruito sui ruderi di un vecchio forte militare del 1915-1918, si trattava dell’unico forte italiano nell’alta Val Camonica durante la prima guerra mondiale. Lasciata la macchina nel parcheggio davanti alla seggiovia Valbione a Ponte di Legno (Bs) ci incamminiamo sulla strada che sale dietro l’hotel Jolly, superiamo il residence La Cascata e alcune case e, quasi in piano, superiamo un ponte che attraversa un ruscello, ignoriamo la stradina di sinistra che ritorna verso la seggiovia e proseguiamo seguendo le indicazioni per il sentiero 6 che indicano Valbione. Continuando arriviamo ad un bivio dove un cartello indica sulla sinistra il Rifugio Corno d’Aola a Km 7.3,

imbocchiamo questa strada che sale nel bosco con alcuni tornati fino ad incrociare una pista da sci, la attraversiamo con cautela e raggiungiamo la piana di Valbione dove incontriamo l’omonimo rifugio e dove termina il primo troncone della seggiovia.
Ci portiamo verso sinistra rispetto alla partenza della seconda seggiovia e incontriamo la strada sterrata 47 per il Rifugio Petitpierre – Rifugio Corno d’Aola.

Ci incamminiamo lungo la sterrata che sale nel bosco, passiamo sotto la seggiovia e continuiamo fino a superare il cippo che indica il km. 6. Proseguiamo sempre sulla sterrata e passando ancora sotto la seggiovia, continuiamo fino a giungere al cippo che indica il km. 7. Continuiamo sempre sulla mulattiera percorriamo un tratto quasi in piano dove il bosco diventa più rado che consente una vista panoramica sulla vallata e

abbiamo la possibilità di ammirare le montagne intorno a noi.

Raggiungiamo il cippo che indica il km. 7,890 e sopra di noi possiamo notare una piccola chiesetta che venne costruita nel 1930 dedicata a San Giovanni Bosco, nel 1945 durante la seconda guerra mondiale, le truppe tedesche in ritirata fecero scoppiare il forte, dove ora si trova il rifugio, ma risparmiarono questa chiesetta.

In breve raggiungiamo la stazione d’arrivo della seggiovia e il rifugio Petipierre al Corno d’Aola.

Dal rifugio possiamo ammirare il bellissimo panorama sulle montagne circostanti.

PUNTO DI PARTENZA : Piazzale seggiovia Valbione 1255m, Ponte di Legno (BS)

SENTIERO: 6, 47

DISLIVELLO: 665m

DIFFICOLTA’: EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato)