Mese: Maggio 2016

Zuc de Valmana 1546m, I Canti 1563m, Zucco di Pralongone 1503m e i Tre Faggi 1399m

Questa  catena di cime orobiche si trova di fronte al versante bergamasco del Resegone e separa la Valle Imagna dalla val Taleggio. L’escursione ha inizio da Fuipiano in Val Imagna che si raggiunge da Bergamo seguendo inizialmente le indicazioni per la Val Brembana per poi seguire le indicazioni per la Valle Imagna, raggiunto Sant’Omobono Terme troviamo le indicazioni per Fuipiano. Giunti al paese imbocchiamo Via Milano che seguiamo fino al suo termine dove troviamo l’acquedotto comunale e dove parcheggiamo l’auto negli appositi spazi. Lasciata l’auto seguiamo le indicazioni per lo Zuc de Valmana

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e proseguiamo sulla strada asfaltata fino ad un bivio con un crocifisso dove troviamo dei segnali che ci indicano la direzione per lo Zuc de Valmana.

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Proseguiamo a sinistra sul sentiero 579. Poco dopo lo abbandoniamo per proseguire sulla stradina cementata di sinistra che sale in forte pendenza sul fianco del monte, superiamo un bosco, usciamo su pascoli e nei pressi di un casolare

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il sentiero si fa stretto e si dirige a destra verso la già visibile croce dello Zuc de Valmana 1546m.

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Giunti sulla vetta possiamo ammirare il vastissimo panorama che spazia dalla Valle Imagna, al Resegone, alle Grigne e alle maggiori cime delle Orobie.

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Dalla cima prendiamo l’evidente traccia del sentiero 571 che scende attraverso il bosco fino a sbucare su una mulattiera che seguiamo verso sinistra e che diventa sentiero fino a giungere alla Bocca del Grassello 1390m, dove si incontrano vari sentieri. Su un sasso troviamo le indicazioni per i Canti, proseguiamo nel bosco fino a giungere ai piedi dei  pratoni della cima dei Canti che raggiungiamo dopo una ripida salita e dove troviamo la bella Madonnina dei Canti 1563m con bella vista sulla Val Taleggio.

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Da qui continuiamo sul sentiero di cresta che prosegue con vari saliscendi, passiamo accanto a suggestivi pinnacoli di rocce  ed entriamo in una

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bellissima faggeta fino a che notiamo sulla sinistra una traccia che porta in breve

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alla cima boscosa dello Zucco di Pralongone.

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Ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo il sentiero principale, scendiamo fino ad un luogo molto suggestivo chiamato i Tre Faggi dove troviamo queste tre piante secolari,

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oltre ad una Cappelletta dedicata alla Madonna e a dei Dolmen che vogliono ricordare Stonehenge.

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Prendiamo il sentiero 579A direzione Fuipiano che ci riporta al bivio con crocifisso incontrato inizialmente e ritorniamo al parcheggio.

PUNTO DI PARTENZA : Fuipiano 1055m

SENTIERO: 579-579A-571

DISLIVELLO: 508m

DIFFICOLTA’: E

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Monte Colombina o Monte Valtero 1459m

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Il monte Colombina è l’ultima propaggine della catena di monti orobici  che parte dal monte Pora e giunge al lago d’Iseo e che si eleva sull’altopiano di Bossico. L’escursione ha inizio
dal parcheggio della Pineta di via Sette Colli di Bossico che si raggiunge dal Lago d’Iseo provenendo da Lovere o da Costa Volpino. Lasciata l’auto al parcheggio imbocchiamo la mulattiera e transitiamo in prossimità di un agriturismo in località Monte di Lovere, qui troviamo un bivio dove svoltiamo a sinistra e subito dopo un altro dove ci dirigiamo a destra su una mulattiera che prosegue in salita tra gli abeti su terreno argilloso.
Oltrepassiamo una baita  fino ad incontrare un bivio, situato nei pressi dell’acquedotto, dove proseguiamo a destra  fino a giungere  al Fursilì (Forcellino) della Colombina qui la mulattiera  prosegue in discesa per il rifugio Magnolini e il Pian della Palù, ma noi ci dirigiamo a sinistra sul sentiero che conduce al Colle San Fermo.

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Proseguendo raggiungiamo la “Casì de la Pest” (Casino della peste) che secondo la storia locale servi da rifugio durante la peste manzoniana. Il sentiero continua in salita fino alle pendici del monte Colombina.

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Qui su evidente traccia ci dirigiamo, in forte pendenza, direttamente alla grande  Croce di vetta e dove troviamo anche una rosa dei venti.

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Dalla cima il panorama è fantastico e spazia dal lago d’Iseo con le montagne del versante bresciano, alla Val Camonica con le sue cime, alla Val Seriana , all’Alben, all’Arera e ad altre cime delle Orobie.

 

PUNTO DI PARTENZA : Bossico (BG) 860m

SENTIERO: sentiero monte Colombina 552,554

DISLIVELLO: 599m

DIFFICOLTA’: E
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Hintere Schöntaufspitze – Punta Beltovo di Dentro 3325m

La Punta Beltovo è una montagna delle Alpi Retiche.L ‘escursione ha inizio a Solda un paese che raggiungiamo dalla Val Venosta passando da Prato allo Stelvio e seguendo le indicazioni Solda. Arrivati al paese parcheggiamo l’auto nei pressi della funivia e prendiamo il sentiero 1 che sale nel bosco di larici fino ad incrociare la carrareccia che ci porta al Rifugio città di Milano a quota 2581m. Da qui prendiamo l’evidente sentiero 151

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che segue i piloni della seggiovia Madriccio

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passiamo accanto al Rifugio omonimo a quota 2818m, proseguiamo sul sentiero 151 in continua salita, transitiamo  presso la stazione a monte dello skilift a 2900m e sempre sul sentiero arriviamo fino al Passo del Madriccio quota 3123m.

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Dal passo  risaliamo le roccette del crinale della montagna, superiamo grazie ad alcuni comodi appigli un breve sperone roccioso,

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proseguiamo su un crinale detritico,

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fino a raggiungere  un piccolo terrazzo oltre il quale, seguendo  gli ometti di sassi, arriviamo alla cima della punta Beltovo di dentro a quota 3325m con la sua stazione meteo.

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Il panorama è stupendo sul gruppo dell’Ortles, sul Cevedale, sul paese di Solda e sulla val Martello.

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PUNTO DI PARTENZA : Solda 1860m

SENTIERO: 1,151

DISLIVELLO: 1465m

DIFFICOLTA’: E-EE

Monte Cereto 936m

Il Monte Cereto fa parte delle prealpi Bergamasche. L’escursione parte da Albino paese della Val Seriana che si raggiunge da Bergamo seguendo le indicazioni per la Val Seriana e arriviamo fino a via Piazzo dove parcheggiamo l’auto dei parcheggi limitrofi. L’escursione parte  all’inizio via Piazzo dove seguiamo il sentiero 515

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che si snoda con regolarità nel bosco ceduo sovrastante il centro abitato, il sentiero continua e la vegetazione diventa più rada. Raggiungiamo un capanno da caccia e da qui il sentiero diventa più ripido,

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fino a che raggiungiamo la vetta del Monte Cereto con la sua croce e una madonnina.

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Il panorama ci offre una bellissima vista sulla valle.

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PUNTO DI PARTENZA : Albino (BG) 342m

SENTIERO:515

DISLIVELLO: 594m

DIFFICOLTA’: E

Monte Rai 1259m, Monte Prasanto 1235m e Sasso Malascarpa 1187m

Il monte Rai, il monte Prasanto e il Sasso Malascarpa fanno parte delle montagne del triangolo lariano. L’escursione  ha inizio dalla località Gajum che raggiungiamo da Canzo (CO) dove imbocchiamo via Gajum e la percorriamo tutta fino ad un parcheggio. Parcheggiata l’auto prendiamo la strada acciottolata di destra seguendo le indicazioni per san Miro,

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dopo poche centinaia di metri superiamo  una sbarra che impedisce  il passaggio delle auto ed entriamo nel luogo chiamato“parco dei massi erratici” a causa dei vari tipi di massi erratici presenti, usciamo da questo parco e dopo alcuni tornanti raggiungiamo il piazzale della chiesetta dell’Eremo di San Miro.

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Ora prendiamo il sentiero 6 che si stacca accanto alla chiesa e sale tra le rocce che costeggiano il torrente Ravella

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che attraversiamo un paio di volte su alcuni ponti in legno.
Il sentiero sale ripidamente nel bosco, nell’ultimo tratto della ripida ascesa attraversiamo una fitta pineta fino ad incrociare il sentiero che sale da Terz’Alpe, in località Alpe Alto, di questa Alpe non restano che pochi ruderi, continuiamo seguendo le indicazioni per il monte Cornizzolo, il sentiero  quasi in piano sbuca sulla strada asfaltata che proviene da Pusiano. Ora ci dirigiamo a sinistra e risaliamo l’evidente traccia fino al monte Rai. Dalla cima abbiamo una  bellissima vista sul Resegone, sulle Grigne, sulla Pianura e sui laghi.

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Adesso seguiamo il sentiero che ci porta fino alla Bocchetta di San Miro

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e risaliamo fino al monte Prasanto con le sue Antenne,

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dove possiamo ammirare  il Resegone e Lecco con il suo lago.

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Da qui scendiamo fino a raggiungere il Sasso Malascarpa. Questa cima è costituita da vistosi affioramenti verticali di calcare bianco con un caratteristico aspetto “a blocchi” con  fratture orizzontali e verticali perpendicolari tra loro, dovute all’azione chimica dell’acqua.

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Queste rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica caratterizzano la muraglia, questo è dimostrato  dalla presenza di resti di organismi fossili, come ad esempio le conchiglie del Mollusco Bivalve Conchodon che hanno una forma a cuore,

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alcune leggende popolari narrano che sono le impronte di zoccoli dei cavalli delle streghe che, usavano lanciarsi in diaboliche cavalcate su queste impervie pareti. Secondo alcuni studiosi, anche il nome “Sasso Malascarpa”, sarebbe una storpiatura del nome dialettale “Sass de la Mascarpa”, derivato dal longobardo “masca” ovvero strega.
Dal Sasso Malascarpa abbiamo una bella vista sui Corni di Canzo.

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Ora seguiamo la strada che ci porta fino alla base delle antenne del monte Prasanto, le oltrepassiamo e seguendo sempre la strada asfaltata arriviamo fino ad un bivio che ci indica San Miro, raggiungiamo l’ Alpe Alto e torniamo al bivio che ci porterà fino a San Miro e a Gajum.

PUNTO DI PARTENZA : Gajum (CO) 485m

SENTIERO:2 e 6

DISLIVELLO: 774m

DIFFICOLTA’: E