Mese: aprile 2016

Monte Molinasco o Ronco 1170m

Il Monte Molinasco o Ronco è una montagna delle Prealpi Bergamasche. L’Escursione ha inizio dal paesino di Alino che si raggiunge da San Pellegrino Terme in Val Brembana. Lasciamo  l’auto in uno degli appositi spazi della piccola frazione, imbocchiamo la stradina asfaltata con le indicazioni per il Monte Molinasco e per il Monte Sornadello.

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Seguiamo la strada asfaltata  che sale ed  ignoriamo le deviazioni indicanti “Vetta”, continuiamo sempre su  strada asfaltata, superiamo una cappella ed alcuni tornanti fino a  che su uno di questi tornanti si stacca un sentiero acciottolato con una nicchia contenente un madonnina dipinta su pietra. Seguiamo questo sentiero e giungiamo nel  borgo chiamato Ca’ Boffelli costituito da antiche case di pietra. La leggenda vuole che Il nome di questo pittoresco paesino derivi dalla  famiglia  Boffelli di San Giovanni Bianco di cui alcuni componenti  anticamente  si trasferirono su questo altipiano per esercitare la pastorizia e l’allevamento di bestiame. Da Ca’Boffelli seguiamo la stradina in salita alle spalle del borgo dove incontriamo la segnaletica per il Molinasco.

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Il percorso procede ripidamente fino ad un crocifisso dove troviamo le indicazioni per il Rifugio del Gruppo Alpini di San Giovanni Bianco

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che raggiungiamo e superiamo, proseguiamo sul sentiero che si individua alle spalle del Rifugio seguendo il cartello Croce del  Ronco

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ed in breve raggiungiamo la vetta del Monte Molinasco dove troviamo una singolare tripla Croce e la Cappelletta dedicata ai caduti della montagna.

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Il panorama  dalla vetta è spettacolare, sotto di noi abbiamo San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme, mentre aiutati da una Rosa dei venti possiamo individuare alcune delle maggiori vette orobiche.

 

PUNTO DI PARTENZA : Alino 687m

SENTIERO: sentiero monte Molinasco

DISLIVELLO: 483m

DIFFICOLTA’: E

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Corno D’Aquilio 1545m, Monte Cornetto 1543m e Corno Mozzo 1535m

Il Corno d’Aquilio, il Monte Cornetto e il Corno Mozzo sono montagne delle Prealpi Veronesi  poste al limite nord-occidentale della Lessinia. Il Corno d’Aquilio si affaccia a strapiombo sulla Val d’Adige. L’escursione ha inizio dalla Contrada  Tommasi di Sant’Anna di Alfaedo (1130m) raggiungibile in auto da Verona risalendo la Valpantena. Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio di Tommasi dove troviamo le indicazioni per il Corno d’Aquilio,

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proseguiamo per  un centinaio di metri sulla strada asfaltata fino a che troviamo a sinistra le indicazioni del sentiero 240, risaliamo nel bosco con alcuni tornanti  fino ad  uscire in un pascolo detto “della Preta” qui passiamo nei pressi della grande grotta del Ciabattino. La grotta era  chiama  Coalo della Signapola, ma una leggenda  narra il motivo della cambio del nome: “abitavano nel comune di Sant’Anna una ragazza, Adele, il fratello ciabattino e un conte che si era innamoratosi della giovane donna  la prese in sposa. Il conte si innamorò successivamente di un’altra fanciulla  e decise di uccidere Adele. Quindi la  portò  in gita sul Corno d’Aquilio per mostrarle la Spluga e buttò la donna nell’abisso. Adele però riuscì ad aggrapparsi ad uno sperone di roccia e aiutata dal fratello si salvò e si nascosero nel Coalo della Signapola. I due fratelli decisero  di vivere per sempre nella grotta. Adele era però incinta e diede alla luce un bambino, primo erede del conte. Passano gli anni e il conte tornò  sul luogo del delitto, ma venne seguito da un suo militare che gli sparò. Udito lo sparo Adele e il fratello  accorsero in aiuto e riconoscendo  il ferito, cercarono comunque di salvarlo. Il conte riconosciuto il figlio chiese carta e penna per poter lasciare un testamento prima di morire. Adele divenne proprietaria di grandi possedimenti e decise pertanto di lasciare la grotta con il figlio. Il fratello invece decise di  passare la propria vita all’interno della grotta, scendendo in paese solo una volta al mese per le sue commissioni”.

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Lasciata la grotta proseguiamo  verso sinistra risalendo un pendio che ci porta sulla cima del Corno d’Aquilio con la sua grande croce.

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Il panorama è spettacolare e comprende la Val d’Adige, a strapiombo sotto di noi,

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la Lessinia con le sue contrade, le piccole Dolomiti, il Monte Baldo e uno scorcio di Lago di Garda. Torniamo sui nostri passi, in discesa,

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in direzione della famosa“Spluga della Preta”

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un abisso carsico ancora non del tutto esplorato, infatti ad oggi la massima profondità toccata è di 978m raggiunta da una spedizione nel 1978, ma esistono dei cunicoli ancora inesplorati. Nelle adiacenze si trova la chiesetta degli speleologi. Proseguiamo su sentiero passando nelle vicinanze di malga Fanta e raggiungiamo la mulattiera che ci porterà ai piedi del monte Cornetto 1543m sulla  cui vetta è posto un brutto edificio in cemento, attraversiamo la strada asfaltata che proviene da passo Fittanze e continuando sull’evidente traccia, raggiungiamo la vetta con itinerario libero fino alla piccola croce.

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Scendiamo liberamente in direzione del Corno Mozzo, visibile dalla cima, fino a raggiungere una mulattiera che attraversiamo seguendo la traccia che passa accanto al laghetto più grande e con itinerario libero raggiungiamo la cima  del Corno Mozzo 1535m  dove troviamo un ometto di pietra.

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Bello il panorama sulla Lessinia, sul Monte Pastello, sul Gruppo del Carega, sul Baldo e sul Lago di Garda. Dalla Vetta  torniamo indietro  e scendiamo fino ad incrociare la strada asfaltata che proviene dal Passo Fittanze  che percorreremo per un paio di chilometri fino a raggiungere il parcheggio.

PUNTO DI PARTENZA: Tommasi (VR) 1130m

SENTIERO:240 e traccia di sentiero

DISLIVELLO:415m

DIFFICOLTA’: E

Monte Gioco o Zucco 1366m

Il Monte Gioco o Zucco fa parte delle Prealpi Bergamasche. L’escursione ha inizio dal paesino di Lepreno, frazione di Serina, che si raggiunge dalla strada della Val Brembana. Superato Zogno troviamo le indicazioni per Serina, transitiamo tra le incombenti pareti della provinciale che passa in prossimità della sorgente Bracca e dopo alcuni tornanti raggiungiamo Serina e il suo altipiano dove troviamo le indicazioni per Lepreno, giunti al paesino parcheggiamo nei pressi della banca oppure negli altri parcheggi della frazione. L’escursione inizia proprio a fianco della Banca dove troviamo le indicazioni per il sentiero 598 Monte Gioco,

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percorriamo inizialmente  una larga scalinata e passiamo tra le case del paese addossate una all’altra, fino a che usciamo in un grande prato  dove ci appaiono per la prima volta le vette del Menna, Arera, Grem e Alben, seguendo sempre  il sentiero che passa accanto ad alcune baite raggiungiamo la base del monte. Ora il sentiero si innalza con numerosi tornanti che ci consentono di ammirare Serina con le sue frazioni.

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Giungiamo infine ad una sella dove troviamo dei segnavia che ci indicano a sinistra il percorso per  la cima,

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proseguiamo in forte pendenza  fino ad una piccola sommità, qui il sentiero continua brevemente in falso piano per poi attraversare un bosco e dirigersi ripidamente verso la cima dove è posta  una grande croce.

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Poiché siamo su una vetta isolata il panorama sulle Orobie è grandioso.

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PUNTO DI PARTENZA : Lepreno (Serina-BG) 850m

SENTIERO: 598

DISLIVELLO: 516m

DIFFICOLTA’: E

Monte Palosso 1158m, Monte Predosa 1077m e Dosso Vallero 1089m

Il Monte Palosso, il Monte Predosa e il Dosso Vallero fanno parte delle Prealpi Bresciane. Il Monte Palosso, durante la Grande Guerra, era considerato l’ultima difesa settentrionale  di Brescia e delle sue fabbriche, di conseguenza vennero collocate sulla sua vetta delle postazioni di artiglieria anti aerea, ancora oggi visibili.  L’escursione inizia dalla località Cascina Cocca di Lumezzane che si raggiunge da Brescia percorrendo la strada provinciale 345 della Val Trompia fino a Sarezzo dove si seguono le indicazioni per Lumezzane, risaliamo il paese e deviamo a destra, prima di un tornante, quando troviamo, sempre sulla nostra destra, le indicazioni per il Santuario Monte Conche e zona industriale, continuiamo a seguire  le indicazioni per il Santuario Monte Conche e dopo circa 4 km di strada ripida raggiungiamo la località Cascina Cocca dove parcheggiamo l’auto. Sul lato opposto del parcheggio troviamo i segnavia del  sentiero 371 con indicazioni per il monte Palosso.

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Imbocchiamo il sentiero che  si innalza ripido nel bosco e passiamo nelle vicinanze di alcuni capanni da caccia. Sempre seguendo i segnali bianco e rossi ci portiamo sul versante di Lumezzane e risaliamo ripidamente verso il Dosso Vallero che raggiungiamo in breve. Sulla panoramica cima troviamo una grande croce.

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Il sentiero ora scende verso una pozza circondata da faggi secolari  in Località Poffe.

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Attraversiamo una strada asfaltata e sempre seguendo le indicazioni bianco rosse saliamo sulla cima boscosa del Monte Predosa.

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Proseguiamo in discesa  fino ad incrociare una strada cementata, qui seguiamo i segnali bianco e rossi verso sinistra. Giungiamo in località Scanfoia  dove troviamo due indicazioni per il Palosso,  noi continuiamo seguendo il sentiero 371 e ignoriamo i segnavia tricolori del sentiero Cirillo Gnutti.

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Proseguiamo in costante salita fino a giungere sulla vetta del monte Palosso dove troviamo un crocifisso e le piazzole di artiglieria.

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Il panorama spazia su gran parte delle Prealpi Bresciane e sulla pianura Padana.

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PUNTO DI PARTENZA : Cascina Cocca 830m

SENTIERO: 371

DISLIVELLO: 328m

DIFFICOLTA’: E

Cochèt o Cima Pelata 632m e Cima Crench 778m

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Il Cochèt o Cima Pelata e la Cima Crench sono due monti delle prealpi bresciane,  estremamente panoramici, che costeggiano il lago d’Idro e dove sono presenti alcuni manufatti risalenti alle due guerre mondiali. L’escursione ha inizio da Crone (Idro) che si raggiunge da Pieve d’Idro costeggiando la sponda orientale del lago d’Idro, raggiunta questa frazione si oltrepassa il bocciodromo e si prosegue per alcune centinaia di metri fino a che sulla destra troviamo via Preonde, in questo punto troviamo degli slarghi dove parcheggiare. Seguiamo la ripida via Preonde fino alla fine e prendiamo il sentiero con i segnavia per la cima Crench,

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restaurato dal gruppo “sentieri attrezzati  Idro”, ignoriamo le deviazioni per la palestra di roccia e per la ferrata. Il sentiero sale con numerosi tornanti che ci permettono di apprezzare alcuni spettacolari scorci sul lago. Proseguendo passiamo su un’elevazione dove vi è una postazione militare, continuiamo  sul sentiero sempre più ripido, prestando la dovuta attenzione in alcuni punti se il terreno è bagnato. Raggiunta la cresta, in breve, ci portiamo sulla cima del Cochèt o Punta Pelata dove troviamo una croce.

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In questo punto il panorama è ampissimo su tutto il lago.

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Riprendiamo il sentiero che ora si fa più dolce, passiamo accanto ad una galleria risalente alla seconda guerra mondiale e

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superando alcune facili roccette raggiungiamo la cima del monte Crench dove troviamo un manufatto posto dal gruppo”Sentieri attrezzati Idro”.

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La vista è eccezionale sul lago, sulle Piccole Dolomiti bresciane e sulle altre montagne che circondano il lago. Riprendiamo il sentiero e scendiamo ripidamente nel bosco dal lato opposto a quello della salita  fino a giungere alla località Cocca d’Idro, qui troviamo la segnaletica per Crone d’Idro e seguendo una antica mulattiera raggiungiamo dapprima la strada provinciale che percorriamo per alcuni metri per poi prendere  a destra una stradina che ci riporta a via Preonde e al parcheggio.

 

PUNTO DI PARTENZA : Crone di Idro (Bs) 380m

SENTIERO:  indicazioni cima Crench, bianche e rosse

DISLIVELLO: 398m

DIFFICOLTA’: E