Mese: gennaio 2016

Monte Dasdana 2191m e Monte Colombine 2214m

Il monte Dasdana e il monte Colombine sono due montagne bresciane che fanno parte del gruppo del Maniva.  L’escursione ha inizio dal Passo Dasdana che si raggiunge con la statale della Val Trompia attraversando i paesi di Collio e San Colombano e seguendo le indicazioni per il Passo di Crocedomini, dopo alcuni chilometri di salita si giunge  ad un evidente slargo su un tornante e dopo poco, più avanti, raggiungiamo il  passo Dasdana. E’ possibile lasciare l’auto nei pochi spazi adiacenti il Passo oppure scendere di poche decine di metri fino allo slargo sul tornante dove vi è un ampio spazio per parcheggiare. Al Passo Dasdana troviamo i segnavia bianco azzurri del sentiero 3V che ci indicano la direzione .

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Imbocchiamo  il sentiero che risale la dorsale del monte Dasdana, superiamo alcune pietraie e giungiamo sulla cresta che ci porta alla vetta del monte Dasdana su cui troviamo un ometto di pietra.

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La particolarità di questo monte sta nel fatto che è il punto di incontro delle tre grandi valli bresciane Val Trompia, Val Sabbia e Valle Camonica. Bella la vista sulle Orobie, sul Disgrazia, sul Bernina e sui sottostanti laghetti di Ravenola. Continuiamo brevemente sulla cresta  per poi scendere ad una sella da dove risaliamo su

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una cima secondaria chiamata Prima Colombina 2195m, scendiamo da questa altura per risalire immediatamente su di un’altra cima detta Seconda Colombina 2183m sulla quale è posizionato un traliccio dell’alta tensione. Sempre seguendo le indicazioni bianco azzurre del sentiero 3V  lasciamo questa cima e scendiamo ad un pianoro dove il sentiero si fa più ampio e risale con alcuni tornanti fino al Monte Colombine 2214m sulla cui cima troviamo una grande croce posta dagli abitanti di Collio ad indicare la montagna più alta della Val Trompia.

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Durante la Grande Guerra su questa cima era posizionato un cannone. Dalla Vetta la vista è grandiosa e spazia dalle circostanti cime del Gruppo del Maniva, al Cornone di Blumone con le Cime del Gaver, ai Gruppi dell’Adamello e del Bernina.

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Una tavola posta a fianco della croce  aiuta ad individuare le montagne circostanti. Scendiamo ora lungo la cresta  oltrepassando dei roccioni  e altri affioramenti fino a raggiungere il Goletto di Cludona dove  troviamo una  stradina sterrata

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con alcuni segnavia, noi ci dirigiamo a sinistra e torniamo al Pian delle Baste e al Passo Dasdana.

 

PUNTO DI PARTENZA : Passo Dasdana 2086m

SENTIERO:3 V

DISLIVELLO: 128m

DIFFICOLTA’: E

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Monte Castello della Pena 1129m e Monte Castello dell’Asino 1152m

Il Monte Castello della Pena (detto anche monte Pena) e il Monte Castello dell’Asino fanno parte delle prealpi bresciane e sono poste nella dorsale che separa la Valle di Marmentino dalla Val Trompia. Attorno a questi due monti sono sorte numerose leggende, una racconta che il Monte Castello della Pena fosse una colonia penale romana, mentre un’altra leggenda tramandata dalla gente di Marmentino racconta che questo monte venisse chiamato “Corna della Strea”poiché, si dice, fosse il rifugio di streghe crudeli. Vi è una storia che riguarda anche il Castello dell’Asino infatti si racconta che gli abitanti della zona avessero l’usanza di indossare, per Natale, maschere a forma d’asino per ricordare che un asino contribuì a riscaldare Gesù bambino. L’escursione ha inizio da Marmentino (frazione Dosso) che si raggiunge prendendo la strada della Val Trompia, si superano Gardone e Marcheno, giunti a Tavernole si deve fare attenzione poichè a metà paese  troviamo improvvisamente a destra le indicazioni per Marmentino, seguiamo la strada fino a giungere alla frazione di Dosso, lasciamo  l’auto nel parcheggio che si trova  in prossimità del bivio che porta a Irma e da qui torniamo per pochi metri verso il Municipio fino ad una Santella, imbocchiamo via Dosso dove troviamo il cartello segnavia Cai 334,

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seguiamo la strada tra le case che poi diventa una mulattiera salendo nel bosco con alcuni tornanti, continuando a seguire le indicazioni giungiamo ad un bivio dove troviamo il cartello segnavia per il Castello  dell’Asino che saliremo al ritorno.

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Il sentiero prosegue sul fianco del monte  fino a che giungiamo alla cresta erbosa che collega questo monte con il Castello della Pena.

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Proseguiamo sul sentiero inizialmente in discesa per poi continuare in piano, attraversiamo quindi un capanno di caccia e giungiamo all’inizio dell’erta finale. Il sentiero sale ripidamente con leggera esposizione, perciò si deve prestare la dovuta attenzione in caso di pioggia, ghiaccio e neve, passiamo fra alcune rocce affioranti e raggiungiamo la cima del Castello della Pena dove troviamo una grande croce gialla e un piccolo altare.

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Il panorama è molto ampio e comprende il Monte Pergua con alle spalle la grande massa  del  Monte Guglielmo, tutta la dorsale che va dal Colle San Zeno al Monte Crestoso e che  comprende la Colma di Maruccolo, il Monte Campione e il Monte Muffetto,

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dall’altro lato abbiamo il Monte Ario mentre a sud vi sono la Corna di Savallo, il Monte Palo e la Corna di Caspai. Tornando sui nostri passi risaliremo brevemente fino al Castello dell’Asino sovrastato da un alto ripetitore.

 

PUNTO DI PARTENZA : Marmentino frazione di Dosso 880m

SENTIERO:334

DISLIVELLO: 272m

DIFFICOLTA’: E

 

 

 

Monte Megna 1048m

Il Monte Megna è una montagna che fa parte del triangolo lariano, ma poco conosciuta in confronto alle altre. L’escursione parte da Pagnano frazione di Asso (Como) che si raggiunge dalla provinciale per Bellaggio, dopo la galleria sulla sinistra troviamo un grande parcheggio dove lasciamo l’auto. Prendiamo la strada che sale a destra vicino al cartello con il nome del paese e seguiamo le indicazioni per l’Alpe Megna. Attraversiamo via Italia fino a incrociare via Burlone, seguiamo questa via  fino ad un  bivio che ci porta su una mulattiera selciata.

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Seguiamo la mulattiera fino a giungere ad un altro bivio dove svoltiamo a destra continuando a seguire le indicazione per l’Alpe Megna .

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Arrivati all’Alpe Megna, piccolo borgo caratteristico, seguiamo il sentiero 12 Monte Megna, il sentiero sale lungo il fianco della montagna per poi addentrarsi in un bosco e proseguire con  alcuni tornanti fino a raggiungere una sella boscosa dove si incrociano vari sentieri. Prendiamo il sentiero di sinistra con indicazione Monte Megna, in breve giungiamo ad un altro bivio dove si diramano due sentieri entrambi marcati con segnavia biancorosso, ma noi seguiremo il sentiero di sinistra dove  troviamo una scritta su un sasso “Croce Giubileo 2000”

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che ci  indica la direzione. Dopo pochi minuti  il sentiero ci porta  sul crinale erboso e in breve alla grande croce di vetta.

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Questa croce è stata costruita in occasione del Giubileo del 2000 grazie a Don Francantonio Monsignore di Asso e alle associazioni locali. Il Panorama spazia dal Bolettone, al Palanzone, al San Primo, al Grignone e Grignetta, al Moregallo e ai Corni di Canzo.

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PUNTO DI PARTENZA : Pagnano 520 m

SENTIERO: 12

DISLIVELLO: 528m

DIFFICOLTA’: E

 

Marzola Cima Sud 1736m e Cima Nord 1738m

La Marzola è una montagna di Trento che separa la Valle dell’Adige dalla Valsugana. Gli Austro-ungarici consideravano questa montagna un punto importante del piano di difesa della  città di Trento, importantissimo centro di smistamento delle retrovie, per cui in previsione dell’entrata in Guerra dell’Italia tra il 1914 e il 1915 la Marzola venne fortificata nell’eventualità di uno sfondamento italiano sul fronte della Valsugana, vennero scavate trincee con grotte per alloggiare i soldati, oltre a postazioni di artiglieria e osservatori. Però in questa zona non avvenne alcun combattimento.  L’escursione inizia dal Rifugio Maranza che si raggiunge da Trento seguendo le indicazioni per Povo e Passo del Cimirlo. Giunti al Passo troviamo le indicazioni per il Rifugio Maranza. Lasciata l’auto nei pressi del Rifugio seguiamo le indicazioni per la Marzola imboccando il sentiero 412 Cima Marzola sud che si inoltra  in uno splendido e fitto bosco, DSC01087

durante il tragitto incontriamo vari resti di forti e manufatti militari.

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Il sentiero sale con diversi tornanti, fino a raggiungere un bivio denominato Cippo Livio Sartori dove incontriamo le indicazioni per il sentiero 411 Sella della Marzola.

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Imbocchiamo questo sentiero e poco dopo giungiamo sulla cresta, ci dirigiamo a sinistra fino a giungere  alla Sella della Marzola 1692m da dove, seguendo il segnavia 411A,

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raggiungiamo la Cima Marzola nord 1738m.

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Il panorama è ampio e spazia dal Bondone, al Gruppo dell’Adamello, alle Dolomiti del Brenta mentre dalla altro lato possiamo osservare il gruppo dei Lagorai, la Valsugana, il lago di Caldonazzo e più vicino a noi il gruppo della Vigolana.

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Dalla Cima nord possiamo osservare tutto il sentiero che ci porterà alla Cima sud,

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torniamo quindi sui nostri passi fino alla Sella e attraverso i mughi proseguiamo sempre in cresta fino alla Cima sud  1736m con la croce di Villazzano.

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Da qui in discesa lungo il sentiero 412 transitiamo dal Bivacco Bailoni, bella costruzione  sempre aperta con cuccette e piccola cucina,

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proseguiamo ora fino al cippo Sartori e ripercorrendo il sentiero 412 raggiungiamo il Rifugio Maranza.

 

PUNTO DI PARTENZA : Rifugio Maranza 1072m

SENTIERO: 412,411,411A

DISLIVELLO: 666 m

DIFFICOLTA’: E

 

Zehner Kopf- Cima Dieci 2675m

Cima Dieci o Zehner Kopf è una montagna delle Alpi Retiche che fa parte del piccolo gruppo delle Ore solari di Val Roja ( Rojner sonnenhur ), infatti Cima Dieci (Zehnerkopf)  assieme alle vicine  Cima Undici (Elferspitze) e Cima Dodici (Zwolferkopf) hanno da sempre costituito una sorta di piccola meridiana naturale usata dagli abitanti di Roia (Rojen), piccolo paese che si trova a circa 2000 m di altezza e perciò considerato il paese italiano più alto nelle Alpi orientali abitato tutto l’anno.  L’escursione parte da questo paesino che si raggiunge, seguendo le indicazioni, da Resia. Lasciamo l’auto al parcheggio ricavato sul tornante che si trova sotto il paese, da qui imbocchiamo la strada asfaltata  che porta  alla stazione a monte dell’impianto di risalita  nei pressi della località Belpiano. Da questo punto seguiamo il sentiero 9b  Cima Dieci, Cima Undici (Zehner Kopf, Elfer Kopf).DSC02311Il sentiero prosegue  tagliando  le piste da sci e risale verso le pendici settentrionali della sovrastante Cima  Dieci.

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Poco prima di una stazione  a monte degli impianti di risalita  il sentiero devia a sinistra  abbandonando la  strada bianca e inerpicandosi sui ripidi prati che segnano le pendici di Cima Dieci. L’itinerario ora sale in direzione sud regalandoci bellissimi scorci sul Lago di Resia.

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Giunti a circa 2500 m incontriamo un bivio, dove su un sasso, troviamo le indicazioni per il sentiero 9b che continua in direzione di Cima Undici, noi invece prendiamo il sentiero 9a che sale a destra fra detriti e sfasciumiDSC02302sempre in elevata pendenza

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fino a sbucare sulla cima dove troviamo una croce.DSC02281

Il panorama spazia sulla sottostante Val Venosta, sul Lago di Resia, alla Valle Lunga e sulla Cima Undici.

PUNTO DI PARTENZA : Parcheggio sotto il paese di Roja 1927

SENTIERO: 11,9B,9A

DISLIVELLO: 748m

DIFFICOLTA’:EE

Monte Boario 1233m

Il Monte Boario fa parte delle montagne che si trovano tra il Lago di Iseo e il Lago d’Endine. L’escursione ha inizio da Fonteno 608m paese della costa bergamasca del Lago di Iseo. Questo paesino è famoso per la battaglia qui avvenuta il 31 agosto 1944 tra i Partigiani della 53^ Brigata Garibaldi e le truppe nazi-fasciste che avevano preso in ostaggio gli abitanti di Fonteno. Lasciamo l’auto nella la piazza della chiesa dove troviamo le indicazioni del sentiero 568 per il Monte Boario,

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imbocchiamo la strada asfaltata che sale con vari tornanti tra case e casolari. Continuiamo fino a che la strada volge a sinistra davanti ad una casa e diventa sentiero, qui troviamo le indicazioni “Strada del Boer”. DSC03230

Proseguiamo in ripida salita sulla dorsale del monte fino a trovare un bivio con l’indicazione 568A,DSC03231

noi continuaimo adesso per questo sentiero passando accanto ai resti di una vecchissima e interessante cascina con una cisterna che probabilmente serviva come ghiacciaia o “nevera”,

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usciamo dal bosco e saliamo ripidamente in un vasto pianoro dove si apre una magnifica veduta sul Lago d’Iseo e la Corna Trentapassi.

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Il sentiero ora entra in un bosco e subito esce in una radura dove troviamo una santella chiamata “ la Santella del Boer” qui, come da tradizione locale viene celebrata una messa la domenica successiva all’Assunta.DSC03241 Oltrepassata la Santella troviamo un segnavia che indica a sinistra il sentiero da seguire per la vetta.

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Saliamo con alcuni tornanti nel bosco fino a giungere sulla cima del monte Boario dove troviamo una grande croce di legno.

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PUNTO DI PARTENZA : Fonteno (Bg) 608m

SENTIERO: 568,568A, Strada Comunale del Boer

DISLIVELLO: 623m

DIFFICOLTA’: E

Col Santino 2110m

Il Col Santino è una montagna che fa parte del Gruppo montuoso del Pasubio. L’escursione inizia da Malga Cherserle che si raggiunge da Rovereto percorrendo la statale della Vallarsa fino alla deviazione per Trambileno, da qui proseguiremo seguendo poi le indicazione Giazzera. Arrivati a Giazzera troviamo e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Lancia, adesso la strada si fa stretta anche se rimane asfaltata per circa 3km fino a giungere alla piana di malga Cheserle, dove diviene sterrata e dove è possibile parcheggiare l’auto in alcuni appositi slarghi. Qui troviamo anche un piccolo ex cimitero di guerra austroungarico ripristinato dall’Associazione Nazionale Alpini nel 1988.
Seguendo il segnavia 101 passiamo di fianco ad un grande masso, detto Sassom, con la scritta “Che tu sia benvenuto nel regno della Pozza” DSCF3340l’incisione fu fatta nel 1912 dai pionieri austriaci che costruirono la mulattiera che porta al rifugio, proseguendo raggiungiamo in circa un’ora il rifugio Vincenzo Lancia. Il rifugio fu inaugurato il 28 ottobre 1939, esso nasce da una idea di Amedeo Costa presidente della Sat Rovereto che volle intitolarlo a Vincenzo Lancia, industriale torinese pioniere dell’automobilismo, che qui servi come soldato durante la prima Guerra Mondiale. Oltrepassiamo il Rifugio in direzione Alpe Pozze e poco dopo incontriamo un sentiero che si stacca a sinistra con indicazioni sentiero Sat 131 –Col Santo, Doss dell’Anziana, Malga Costoni. Imbocchiamo questo sentiero che sale con ripidi tornanti fino alla Sella dei Col Santi 1995m, da qui si dipartono due sentieri , il 131 che porta al Col Santo e quello di destra 131A che porta al Col Santino. DSCF4701Noi proseguiamo a destra sul 131A, il sentiero continua in salita per poi proseguire in falsopiano sul versante dell’Alpe Pozze, questo tratto è esposto e richiede attenzione e piede fermoDSCF4722

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, continuado incontriamo sulla sinistra una evidente traccia che ci porta alla vasta cima del Col Santino con le sue cuspidi pietrose.DSCF4751 Il panorama spazia su tutto il Gruppo del Pasubio, sul Monte Maggio e i monti dell’Altopiano di Asiago. Riprendiamo il sentiero 131A che continua in direzione Alpe Pozze, passiamo accanto ad una roccia su cui è posta una targa dove è indicata la dedica di questo sentiero a Fausto Andrighettoni ex presidente della Sat Rovereto, il sentiero scende con numerosi tornanti fino a raggiungere la mulattiera dell’Alpe Pozze,DSCF4775 da qui prendiamo il sentiero 120 che ci riporta al Rifugio Lancia per poi proseguire fino a Malga Cheserle.

PUNTO DI PARTENZA : Malga Cheserle 1402m
SENTIERO: 101,131,131A,120
DISLIVELLO: 708m
DIFFICOLTA’: E

Monte Celva 998m

Il Monte Celva è una montagna posta fra la città di Trento e la Val Sugana.
Durante la Grande Guerra  faceva parte della cosiddetta “Fortezza Trento” per la cui fortificazione gli Austro-Ungarici spesero una grande quantità di risorse, sebbene qui non si combatte mai.
L’escursione ha inizio dal Passo del Cimirlo 730m che si raggiunge da Trento attraversando le frazioni di Villazzano, Povo e Cognola.

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Lasciata l’auto nel apposito parcheggio si seguono le indicazioni del segnavia Sat 419, inizialmente procediamo su strada asfaltata attraverso alcune case con vista sulle falesie del monte Celva. All’altezza di un parco giochi proseguiamo in mezzo al bosco e in breve giungiamo al Forte Sella di Roncogno, costruito alla fine del 1800 e recentemente restaurato assieme all’area circostante. Continuando incontriamo una serie di manufatti militari risalenti alla Grande Guerra,

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poco dopo, una deviazione sulla destra indica la“Grotta dei cento scalini” una postazione di artiglieria che è l’opera più famosa del complesso fortificato del Monte Celva, i “100 scalini” sono un collegamento a cielo aperto scavato nella roccia che mette in comunicazione la grotta con la superiore postazione della Celva Bassa. Tralasciando la deviazione proseguiamo sul sentiero e giungiamo al complesso della “Celva Bassa” 885m, dove troviamo una grande quantità di manufatti alcuni dei quali perfettamente conservati, fra questi vi è un osservatorio rivolto verso la Val Sugana, una trincea che aggira tutto il complesso del Celva Bassa, alcune postazioni di fucileria e il complesso delle cucine, con ambienti scavati nella roccia.

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Qui troviamo anche una grande croce posta nel 1999 dal gruppo alpini di Roncogno,

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il percorso ora prosegue sul crinale che porta alla cima dove, nel punto più critico, il sentiero è attrezzato con un cordino di acciaio.

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Giunti sulla cima possiamo ammirare uno splendido panorama che spazia dalla città di Trento, alle Dolomiti del Brenta, ai Lagorai, alla Val Sugana con i suoi paesi e il Lago di Caldonazzo.

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Sulla vetta troviamo anche un pozzo protetto da rete metallica utilizzato come collegamento  con alcune postazioni in grotta.

PUNTO DI PARTENZA : Passo del Cimirlo 730m

SENTIERO: 419

DISLIVELLO: 268m

DIFFICOLTA’: E

Monte Creino 1280m

Il Monte Creino fa parte delle Prealpi trentine ed è posto tra il Lago di Garda e la Valle di Gresta, vi si trovano numerose gallerie e postazioni austriache della Grande Guerra ottimamente restaurate.
Questo settore non fu mai coinvolto in battaglie, ma aveva unicamente il compito di vigilare sul Lago di Garda e sui Monti bresciani che erano occupati dalle truppe italiane, qui giungeva anche la teleferica che collegava questa postazione con Arco.
L’escursione ha inizio dal Passo di Santa Barbara che si raggiunge dal paese di Loppio sulla statale che collega Rovereto a Riva del Garda, deviando per la Val di Gresta con direzione Ronzo Chienis, giunti a quest’ultimo paese si seguono le indicazioni per il Passo di Santa Barbara.
Presso il Passo vi erano baraccamenti per gli artiglieri austriaci e vi si trova ancora oggi una Cappelletta votiva costruita da loro nel 1915 e dedicata appunto a Santa Barbara loro patrona.

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Parcheggiata l’auto si torna brevemente in direzione Ronzo Chienis fino ad incontrare le indicazioni per il monte Creino,
DSCF2879sulla destra si stacca una mulattiera che attraverso campi coltivati e un rado bosco ci porta fino alla Croce del Monte Creino.

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Superata la Croce iniziamo ad incontrare i manufatti  della Prima guerra mondiale e per la precisione un osservatorio,una gradinata che porta alla base di questo osservatorio da cui parte una trincea con muri a secco oltre a grotte utilizzate come ricovero dai soldati, tutto questo è stato restaurato negli anni scorsi dai volontari della valorizzazione ambientale della Provincia di Trento.

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Il panorama dal Monte Creino è grandioso e spazia dal sottostante Lago di Garda con i suoi monti, alle Alpi di Ledro, ai gruppi dell’Adamello e Presanella, dal lato opposto all’orizzonte possiamo distinguere il Pasubio, mentre dietro di noi incombe la mole del monte Stivo.
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PUNTO DI PARTENZA : Passo Santa Barbara 1167m
SENTIERO: F18
DISLIVELLO:113m
DIFFICOLTA’: E