Il Monte Piana è una montagna che fa parte delle Dolomiti di Sesto, tra le provincie di Bolzano e di Belluno e prende il nome dalla sua conformazione piatta. Purtroppo il monte è divenuto celebre per le sanguinose battaglie che qui si sono svolte durante la Prima Guerra Mondiale. Il fronte era diviso in questo modo: la Cima sud chiamata Monte Piana era occupata dagli italiani mentre la cima nord chiamata Monte Piano era occupata dagli austriaci. Le due cime sono divise come allora dalla Forcella dei Castrati. Qui ci furono i primi morti italiani sul fronte del Cadore, 2 alpini della 67ª compagnia, che intorno alle 8:30 del 24 maggio furono colpiti da una granata sparata dalla batteria austriaca dal Monte Rudo. Dopo due anni, le battaglie sul Monte Piana non portarono vantaggi a nessuno dei due schieramenti, ma causarono circa 14.000 vittime in totale. Il 3 novembre 1917 le postazioni sul Piana vennero abbandonate dai reparti italiani per ripiegare e schierarsi sulla linea del Grappa. Tra il 1977 e il 1981, su iniziativa del Colonello austriaco Schaumann , venne istituito il “Museo Storico all’aperto di Monte Piana” visitabile da tutti e vennero risistemate le trincee, i camminamenti, le gallerie e le scalinate dell’epoca dal gruppo “Amici delle Dolomiti”. L’escursione ha inizio dal parcheggio, a pagamento, nei pressi del Bar Genzianella sulla strada che porta al Rifugio Auronzo e alle Tre Cime di Lavaredo. Dal parcheggio prendiamo a sinistra l’ex strada militare sentiero 122 con indicazioni per il Rifugio Angelo Bosi, la strada in parte asfaltata attraversa il bosco del Col de la Selva e de le Saline, dopo un paio di tornanti raggiungiamo un grande spiazzo, ora la strada sale con tornanti fino a raggiungere la Forcella Alta. Dalla Forcella la strada prosegue inizialmente con un paio di tornanti, poi con un lungo rettilineo in salita, a tratti scavato nella roccia fino a raggiungere il Rifugio Maggiore Angelo Bosi 2205 m. Durante l’estate è attivo anche un servizio di navetta a pagamento, che dal parcheggio Genzianella porta direttamente al Rifugio Angelo Bosi. Dal piazzale posto dietro al Rifugio, una scalinata porta alla Cappella dei Caduti costruita dalla Fondazione “Monte Piana”nei primi anni sessanta. Accanto alla Cappella si trova un cannone Skoda residuato della Grande Guerra.
Dal Rifugio partono numerose tracce di sentiero, alcune per sentieri attrezzati. Noi imbocchiamo il sentiero 122 che risale il crinale del monte con una serie di saliscendi, durante questo percorso attraversiamo appostamenti militari e trincee, transitiamo successivamente nei pressi della Piramide Carducci e della Capanna Carducci a ricordo della visita del poeta
e giungiamo infine alla croce di vetta.
Il panorama dalla cima è grandioso e spazia dalle Val di Landro, al Monte Cristallo e alla Croda Rossa.
Torniamo alla Piramide Carducci
e prendiamo la traccia di sentiero che scende fino alla Forcella dei Castrati dove incrociamo i sentieri che provengono da Carbonin e da Rimbianco.
Da qui risaliamo per il sentiero che porta al Monte Piano fino ad incontrare la campana dell’amicizia che fu realizzata in memoria delle vittime della Grande Guerra quale monito per le generazioni future. La Campana venne posta nel 1988 sulla vecchia linea del fronte in occasione del 70º anniversario della fine della Grande Guerra. 
Vicino troviamo anche una targa commemorativa che ricorda la visita del re Vittorio Emanuele III su questo fronte durante la guerra. Seguendo ora il sentiero 6A sul versante di Rimbianco possiamo visitare le trincee e postazioni di guerra austriache e
proseguire fino alla cima del Monte Piano (cima nord) e raggiungere poi la Croce di Dobbiaco. Questa Croce venne posta in questo luogo nel 1773 quale punto di orientamento per i viaggiatori e per i viandanti.
Dalla cima il panorama spazia da Carbonin, al Lago di Landro, al Monte Cristallo, alla Croda Rossa, alle Tre Cime di Lavaredo e ai Rondòi-Baranci.
PUNTO DI PARTENZA : Parcheggio Bar Genzianella 1756m
SENTIERO: 122,6A
DISLIVELLO: 568m
DIFFICOLTA’: E