Mese: dicembre 2015

Monte Podona 1227m

Il Monte Podona è una montagna delle Prealpi bergamasche ed è costituita da due cime.
L’escursione ha inizio da Lonno, un paesino che si raggiunge da Nembro (Bg).
Parcheggiamo l’auto nella piazza della Chiesa e da qui imbocchiamo via Buonarroti per poi deviare in via Monte Podona fino a che giungiamo al segnavia del sentiero 535.

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Il sentiero inizia su una mulattiera con fondo accidentato per poi proseguire con alcuni tornanti fino a giungere ad un incrocio di vari sentieri chiamato Colle del Forcellino.

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Noi tralasciamo le indicazioni per Selvino e continuiamo a seguire le indicazioni per il monte Podona, il sentiero ora risale ripidamente le pendici in parte rocciose del monte, in seguito il sentiero si fa più dolce entrando in un bosco. Passiamo accanto ad un traliccio e risalendo un’altra zona rocciosa giungiamo alla grande croce della Cima Sud 1192m (Cima Rasgada).

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Da qui inizia il tratto più impegnativo dell’escursione, proseguiamo in cresta, inizialmente scendendo attraverso alcuni roccioni, per poi

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continuare, sempre su terreno roccioso, fino alla Cima Nord 1227m prestando molta attenzione in presenza di neve o ghiaccio. DSC03128Dalla vetta, su cui è posta una piccola croce, abbiamo una magnifica vista sulle Orobie e sulla sottostante zona di Selvino.

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PUNTO DI PARTENZA : Lonno 700m
SENTIERO:535 e sentiero non numerato per il Monte Podona
DISLIVELLO: 527m
DIFFICOLTA’: E – EE Tratto in cresta

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Monte Biaena 1622m

Il Monte Biaena è una montagna delle Prealpi Trentine posta tra la Val di Gresta e Rovereto. Questo monte ha avuto un ruolo di secondo piano nella Grande Guerra infatti venne utilizzato come osservatorio strategico per il controllo della Vallagarina, ebbe una postazione di artiglieria e altri manufatti bellici fra i quali i resti di una teleferica. L’escursione ha inizio dal Passo Bordala che si raggiunge dal Paese di Loppio sulla statale che collega Rovereto a Riva del Garda, deviando per la Val di Gresta con direzione Ronzo Chienis, giunti a quest’ultimo paese si seguono le indicazioni per Passo Bordala parcheggiando nei pressi del Ristorante la Baita. Lasciata l’auto imbocchiamo il sentiero 671 che sale dolcemente nel bosco

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fino ad incontrare i resti della teleferica che saliva da Ronzo Chienis e un paio di crateri causati da bombe. Usciamo dal bosco in zona “La Lasta” dove ci troviamo a dover attraversare lastroni di roccia con dei corrimano di protezione.

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Proseguiamo fino alla Capanna Biaena dove giunge anche il sentiero proveniente da Ronzo Chienis.

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Da qui in breve si prosegue fino alla cima dove troviamo un bellissimo pianoro, qui sono presenti alcuni manufatti militari risalenti alla Grande Guerra.

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Il panorama è fantastico sotto di noi abbiamo la città di Rovereto e la Vallagarina, di fronte il Pasubio e i Monti Lessini, ad est il Monte Altissimo e il Gruppo del Baldo mentre dietro noi abbiamo la grande massa dello Stivo.DSCF2854

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PUNTO DI PARTENZA : Passo Bordala 1250m

SENTIERO:671

DISLIVELLO: 372m

DIFFICOLTA’: E

Col Santo 2112m

Il Col Santo è una montagna che fa parte del Gruppo montuoso del Pasubio.
Questa montagna ebbe un importante ruolo durante la Grande Guerra, fu la prima conquista italiana, infatti le truppe del Battaglione Vicenza, fin dal entrata in guerra dell’Italia, il 24 Maggio 1915, si impadronirono del Col Santo. L’anno successivo , il 15 maggio 1916, l’Esercito Austro-Ungarico sferrò l’offensiva, conosciuta con il nome “Strafexpedition”, sul fronte trentino con l’obiettivo di penetrare nella pianura veneta e prendere alle spalle l’Esercito italiano, impegnato con il grosso delle sue forze lungo il fiume Isonzo e sul Carso. Vi furono combattimenti particolarmente violenti, nei quali gli austriaci ebbero la meglio per superiorità numerica e per armamenti, tanto che il 19 maggio venne riconquistato il Col Santo e in seguito il Corno di Vallarsa, il monte Roite, l’Alpe Pozze e l’intera Alpe di Cosmagnon. I reparti italiani riuscirono a bloccare questo attacco, nonostante le enormi perdite, in zona Sette Croci. L’alto comando austriaco valutata l’impossibilità di sfondare il fronte del Pasubio decise di i trincerarsi su una linea di arroccamento che aveva nelle trincee del monte Roite e nel Dente Austriaco i punti più avanzati del proprio schieramento. Il Col Santo insieme al resto del massiccio del Pasubio venne abbandonato dagli austriaci solamente il 2 novembre 1918.
L’escursione inizia da Malga Cherserle che si raggiunge da Rovereto percorrendo la statale della Vallarsa fino alla deviazione per Trambileno, da qui proseguiremo seguendo poi le indicazione Giazzera. Arrivati a Giazzera troviamo e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Lancia, adesso la strada si fa stretta anche se rimane asfaltata per circa 3km fino a giungere alla piana di malga Cheserle, dove diviene sterrata e dove è possibile parcheggiare l’auto in alcuni appositi slarghi. Qui troviamo anche un piccolo ex cimitero di guerra austroungarico ripristinato dall’Associazione Nazionale Alpini nel 1988.
Seguendo il segnavia 101 raggiungiamo in circa un’ora il rifugio Vincenzo Lancia, da qui proseguiamo in direzione Alpe Pozze passando davanti al Rifugio,

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poco dopo incontriamo un sentiero che si stacca a sinistra con indicazioni sentiero Sat 131 Col Santo, Doss dell’Anziana, Malga Costoni.

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Imbocchiamo questo sentiero che sale con ripidi tornanti fino alla Sella dei Col Santi 1995m, da qui si dipartono due sentieri, il 131 che porta al Col Santo e quello di destra 131A che porta al Col Santino.

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Noi proseguiamo a sinistra sul 131 per giungere dopo alcuni tornanti all’ampio il dosso erboso del Col Santo, da qui proseguiamo sul sentiero DSCF3373fino a giungere alla grande croce di vetta.

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Il Panorama è ampissimo e spazia su tutto il Gruppo del Pasubio, sulle Dolomiti del Brenta, sul Gruppo dell’Adamello oltre ai monti Zugna, Stivo e Baldo.

PUNTO DI PARTENZA : Malga Cheserle 1402m

SENTIERO:101,131

DISLIVELLO: 710m

DIFFICOLTA’: E

 

 

Monte Piana (Cima Sud) 2324m e Monte Piano (Cima Nord) 2320m

Il Monte Piana  è una montagna che fa parte  delle Dolomiti di Sesto, tra le provincie di Bolzano e di Belluno e  prende il nome dalla sua conformazione piatta. Purtroppo il monte è divenuto celebre per le sanguinose battaglie che qui si sono  svolte durante la Prima Guerra Mondiale. Il fronte era diviso in questo modo: la Cima sud chiamata  Monte Piana era occupata  dagli italiani mentre  la cima nord chiamata  Monte Piano era occupata dagli austriaci. Le due cime sono divise  come allora dalla Forcella dei Castrati. Qui ci furono  i primi morti italiani sul fronte del Cadore, 2 alpini della 67ª compagnia, che intorno alle 8:30 del 24 maggio furono colpiti da una granata sparata dalla batteria austriaca dal Monte Rudo. Dopo due anni, le battaglie sul Monte Piana non portarono vantaggi a nessuno dei due schieramenti, ma  causarono circa 14.000 vittime in totale. Il 3 novembre 1917 le postazioni sul Piana vennero abbandonate dai reparti italiani per ripiegare e schierarsi sulla linea del Grappa. Tra il 1977 e il 1981, su iniziativa del Colonello austriaco Schaumann , venne istituito il “Museo Storico all’aperto di Monte Piana” visitabile da tutti  e vennero risistemate le trincee, i camminamenti, le gallerie e le scalinate dell’epoca  dal gruppo “Amici delle Dolomiti”. L’escursione ha inizio dal parcheggio, a pagamento, nei pressi del Bar Genzianella sulla strada che porta al Rifugio Auronzo e alle Tre Cime di Lavaredo. Dal parcheggio prendiamo a sinistra l’ex  strada militare sentiero 122 con indicazioni per il Rifugio Angelo Bosi, la strada in parte asfaltata attraversa il bosco del Col de la Selva e de le Saline, dopo un paio di tornanti raggiungiamo  un grande spiazzo, ora la strada sale con tornanti fino a raggiungere la Forcella Alta. Dalla Forcella  la strada prosegue inizialmente con un paio di tornanti, poi con un lungo rettilineo in salita, a tratti scavato nella roccia  fino a raggiungere  il Rifugio Maggiore Angelo Bosi 2205 m. Durante l’estate è attivo anche un servizio di  navetta a pagamento, che dal parcheggio Genzianella  porta direttamente al Rifugio Angelo Bosi. Dal piazzale posto  dietro al Rifugio, una scalinata porta alla Cappella dei Caduti costruita dalla Fondazione “Monte Piana”nei primi anni sessanta. Accanto alla Cappella si trova un cannone  Skoda residuato della Grande Guerra.

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DSCF4645Dal Rifugio partono  numerose tracce di sentiero, alcune per sentieri   attrezzati. Noi imbocchiamo  il sentiero 122 che risale  il crinale del monte con una serie di saliscendi,  durante questo percorso   attraversiamo appostamenti militari e trincee,  transitiamo successivamente nei pressi della Piramide Carducci e della Capanna Carducci  a ricordo della visita del poeta

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e giungiamo infine  alla croce di vetta.

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Il panorama dalla cima è grandioso e spazia dalle  Val di Landro, al Monte  Cristallo e alla Croda Rossa.

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Torniamo alla Piramide Carducci

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e prendiamo  la traccia di  sentiero che scende   fino alla Forcella dei Castrati dove incrociamo i sentieri che  provengono da Carbonin e da Rimbianco.DSCF4614

Da qui risaliamo per il sentiero che porta al Monte Piano fino ad incontrare la campana dell’amicizia che  fu realizzata in memoria delle vittime della Grande Guerra quale  monito per le generazioni future. La Campana venne  posta nel 1988 sulla vecchia linea del fronte in occasione del 70º anniversario della fine della Grande Guerra. DSCF4617

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Vicino troviamo anche una targa commemorativa che ricorda la visita del re Vittorio Emanuele III su questo fronte durante la guerra. Seguendo ora il sentiero 6A sul versante di Rimbianco possiamo visitare le  trincee e  postazioni di guerra austriache e

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proseguire fino alla cima del Monte Piano (cima nord)  e raggiungere poi la Croce di Dobbiaco. Questa Croce  venne posta in questo luogo  nel  1773 quale punto di orientamento per i viaggiatori e per i viandanti.

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Dalla cima il  panorama spazia da Carbonin, al Lago di Landro, al Monte  Cristallo, alla Croda Rossa, alle Tre Cime di Lavaredo e ai Rondòi-Baranci.

PUNTO DI PARTENZA : Parcheggio Bar Genzianella 1756m

SENTIERO: 122,6A

DISLIVELLO: 568m

DIFFICOLTA’: E

 

Monte Pergua 1198m

Il Monte Pergua è una montagna  delle Prealpi Bresciane, fa parte della bassa dorsale che si stacca dal massiccio del Guglielmo e separa la Val Trompia dalla piccola Valle Aperta. L’escursione inizia dal parcheggio del paese di  Pezzoro che si raggiunge dalla statale della Val Trompia, dopo aver superato Tavernole sul Mella si seguono le indicazioni per Pezzoro.Lasciata l’auto seguiamo le indicazioni per Cimmo,Forcellino e Caregno che ci

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portano ad  imboccare una strada in parte cementata e in parte sterrata, proseguiamo in salita passando accanto ad alcune abitazioni fino a raggiungere il Forcellino, un passo dove si congiungono vari sentieri.

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Da qui seguiamo le indicazioni per il Monte Pergua,

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il sentiero prosegue inizialmente su strada sterrata fino a giungere ad una casa con Capanno da caccia, a questo punto troviamo un segnavia in legno per il Monte Pergua , DSC03177imbocchiamo il sentierino che risale la ripida dorsale del monte tra prati magri fino a raggiungere la  cresta dove

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proseguendo  tra roccette e cespugli giungiamo alla Croce di vetta,qui troviamo anche una rosa dei venti con le indicazioni delle  vette circostanti.

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Il Panorama, dalla cima,  spazia dal Monte Guglielmo,al Monte Muffetto, al Monte Ario e alle montagne delle media Val Trompia.DSC03211

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PUNTO DI PARTENZA :Pezzoro 911m

SENTIERO: sentiero non numerato,ma indicato dai segnavia

DISLIVELLO:287m

DIFFICOLTA’: E

Monte Pagano 2348m

Il Monte Pagano fa parte delle Alpi Retiche ed è situato nella Valle del Mortirolo, in provincia di Brescia sul confine con la Valtellina. L’escursione ha inizio dalla località Ponte Palu 1633m che si raggiunge da Edolo proseguendo verso il Passo del Tonale, dove, poco prima di Vezza d’Oglio, si incontra la deviazione per Monno e Passo del Mortirolo.

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Si oltrepassa il paese di Monno e dopo alcuni chilometri giungiamo alla località Ponte Palu dove parcheggiamo negli spazi lungo alla strada.
Vicino al Cartello indicante la località troviamo una ripida mulattiera con indicazioni per il Monte Pagano sentiero 145 e i sentieri Cai 3 e 73. Percorriamo la mulattiera , derivata da una vecchia strada militare, facendo attenzione a mantenere sempre la destra, trascurando le deviazioni a sinistra. Sul percorso incontriamo le baite di Cantià e i prati di Plazza, in un ambiente idilliaco tra prati e larici.

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Ad un certo punto la strada volge decisamente a sinistra e inizia a salire con alcuni tornanti per poi uscire dal bosco aprendosi sulla Alta Valcamonica. Continuiamo fino ad un bivio dove imbocchiamo il sentiero 145 che si stacca a sinistra.

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Risaliamo il sentiero che si dirige sul versante del Mortirolo con alcuni tornanti, proseguiamo fino ad incontrare dapprima

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l’anticima con le prime fortificazioni e poco dopo la cima con la piccola croce ed una bandiera italiana.

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La cima è circondata dai resti del Forte Pagano che era parte della  Linea Cadorna, il forte venne realizzato durante la prima guerra mondiale con muri a secco, come retrovia del fronte di guerra principale e non fu mai direttamente coinvolto in battaglie.

DSC03039La sua posizione strategica permetteva di controllare il territorio in tutte le direzioni, infatti il panorama è grandioso e  spazia dai gruppi del Bernina e del Disgrazia, alla catena Piz Tri- Torsoleto, all’Adamello, al Baitone, all’Aviolo oltre ai monti che circondano il Passo del Tonale.

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PUNTO DI PARTENZA : Ponte Palu 1633m
SENTIERO: 145
DISLIVELLO: 715m
DIFFICOLTA’: E

 

 

Monte Cadelle o Cima delle Cadelle 2483m

Il Monte Cadelle o Cima delle Cadelle è una montagna che fa parte delle Alpi Retiche e si eleva dove si incontrano la Val Tartano, Val Madre e la  Val Brembana. L’escursione ha inizio da Piano, frazione di Foppolo, che si raggiunge percorrendo  la provinciale della Val Brembana e seguendo le indicazioni per Foppolo, attraversando il centro abitato fino ad oltrepassare il Municipio, qui si svolta a sinistra per via Moia proseguendo fino ad imboccare sulla sinistra Via Piano che conduce alla località omonima  dove si  parcheggia l’auto. Dal parcheggio attraversiamo la piazzetta con una fontana e un’antica santella,

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seguiamo le indicazioni in giallo del sentiero F9 poste su una casa e saliamo per mulattiera fino a raggiungere una baita dove troviamo  un bivio, qui ci dirigiamo a sinistra fino ad incontrare il segnavia 201 Passo di Porcile e Monte Cadelle, da qui  il sentiero si  inoltra in un fitto bosco di abeti. Dopo circa mezz’ora di cammino in decisa salita usciamo dal bosco in un’ampia distesa di  pascoli. Attraversiamo  un ruscello con una piccola cascata e continuiamo in ripida salita tra pascoli e baite.

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Proseguendo raggiungiamo  un ampio bacino d’origine glaciale posto tra i monti Cadelle e  Valegino  dove incontriamo dapprima  la Baita delle Cadelle e poi,  salendo, incontriamo un piccolo laghetto con il fondale di pietre rosa.

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Continuiamo nella salita al Passo di Porcile e prima di una baita, seguendo le indicazioni su una pietra, abbandoniamo il sentiero principale e prendiamo a destra il sentiero per il Monte Cadelle .

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Attraversiamo pietraie e magri pascoli per inerpicarci poi con  tornanti in un ripido canale erboso fino a raggiungere la dorsale erbosa del Cadelle e

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proseguiamo per  la vetta dove nel 1987, dopo la disastrosa all’alluvione  di quell’anno, venne posta, per scongiurare simili tragedie, la statua dell’Arcangelo Gabriele conosciuta anche come l’angelo delle Cadelle .

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La statua ha  il volto trifronte, che guarda in tre diverse direzioni: a sud la Val Brembana, a nord la Val Tartano ed ad est la Valmadre. Vicino all’ Arcangelo ci sono anche uno zaino,una picozza,una corda e sotto, posta alla base della statua, una targa dice: Angelo delle Cadelle “Là in alto si tocca il cielo con un dito e ci si sente più vicini a Dio. La montagna è uno dei mezzi che ti permette di scoprirlo; se non immediatamente, lo capisci con il tempo” Casarotto Renato. Il panorama dalla cima  spazia sulle Alpi Retiche con il Monte Disgrazia, Bernina, Pizzo Badile, sui sottostanti Laghi del Porcile e sulla Val Brembana.

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PUNTO DI PARTENZA : Piano 1586m

SENTIERO: F9, 201

DISLIVELLO: 897m

DIFFICOLTA’: E

 

 

 

Cima Pissola 2062m

La Cima Pissola è una montagna delle Alpi Giudicarie nella valle del  Chiese  in provincia di Trento nel Comune di Castel Condino. Cima Pissola fu occupata dalle truppe italiane all’inizio della Grande e conserva molte vestigia di quel periodo. Il Comune di Castel Condino ha promosso i lavori di restauro e di valorizzazione delle opere militari presenti in questa area. L’escursione ha inizio da Malga Table 1637m  che si raggiunge in auto da Castel Condino transitando per la località Boniprati. Lasciata l’auto in prossimità della Malga  seguiamo  il cartello segnavia per “Malga Narone ,Cima Pissola, Linea delle Cime”

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e imbocchiamo  la strada forestale fino a raggiungere  Malga Narone  dove troviamo le segnalazioni per la Cima Pissola,

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si segue ora un sentiero che inizia  in leggera salita per poi risalire ripidamente un costone erboso fino a giungere  a quota 1956m dove troviamo  un monumento in granito che raffigura tre lupi a ricordo della  Brigata Lupi di Toscana dislocata in questi luoghi durante la Grande Guerra.

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Proseguiamo ora sul sentiero di collegamento tra i vari manufatti militari

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fino a raggiungere la vetta  sulla quale  troviamo una croce e un osservatorio protetto da un cannoncino.

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Il vasto panorama a 360° comprende : in primo piano a nord il Dosso dei Morti che rappresentava  la prima linea austro –ungarica, il Gruppo dell’Adamello con il suo ghiacciaio e il Carè Alto, verso est le Dolomiti del Brenta, il Cadria , il Monte Baldo e in lontananza il Pasubio, verso sud le montagne del Garda e ad Ovest i Monti della Valle Sabbia.DSC02673

 

 

PUNTO DI PARTENZA : Malga Table 1637m

SENTIERO: Linea delle cime

DISLIVELLO: 425m

DIFFICOLTA’: E